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Elio Germano: nella pittura il riscatto al senso di solitudine

L’attore nell’interpretazione toccante della vita del pittore Antonio Ligabue MovieMag questa settimana ci porta a Berlino per la 70ª edizione del Festival Internazionale del Cinema. L’intervista a Elio Germano e i film in concorso nell’appuntamento di mercoledì 26 febbraio alle 23.15 su Rai Movie e nella programmazione notturna di Rai1. Numerosi i film italiani nelle […]

di Redazione di Rumors.it | 26 Febbraio 2020
Elio Germano Volevo nascondermi 03. Foto: Ufficio Stampa

L’attore nell’interpretazione toccante della vita del pittore Antonio Ligabue

MovieMag questa settimana ci porta a Berlino per la 70ª edizione del Festival Internazionale del Cinema. L’intervista a Elio Germano e i film in concorso nell’appuntamento di mercoledì 26 febbraio alle 23.15 su Rai Movie e nella programmazione notturna di Rai1. Numerosi i film italiani nelle diverse sezioni della Berlinale ma grande attenzione ai due in concorso: Volevo Nascondermi e Favolacce.

Il primo è il ritratto toccante della vita del pittore Antonio Ligabue, che sin da bambino trova nella pittura il suo personale riscatto al senso di solitudine ed emarginazione. Il film di Giorgio Diritti ha come interprete Elio Germano che ha un ruolo da coprotagonista anche in Favolacce, la favola dark dei fratelli Fabio e Damiano; Innocenzo ambientata nella periferia sud di Roma.

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Foto: Ufficio Stampa

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E proprio Elio Germano è il protagonista dell’intervista curata da Federico Pontiggia. Nell’intenso faccia a faccia l’attore ci ha spiegato i due film in concorso dal suo punto di  vista di interprete, affrontando tematiche importanti come l’affermazione della sincerità, la battaglia per trovare se stessi e un’identità nell’arte.

Elio Germano Volevo nascondermi 03

Elio Germano Volevo nascondermi 03. Foto: Ufficio Stampa

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“Sembra che la vita debba essere altro, assomigliare sempre a qualcosa che non si ama, in una continua tensione di infelicità. Fa male alla nostra esperienza di vita. E’ necessario trarre soddisfazione dal proprio percorso, dalla propria presenza, per sbagliata che sia. Ecco questo è l’unico modo di lasciare qualcosa al mondo”.