Tinto Brass, il regista considerato il maestro del cinema erotico italiano, e la moglie Caterina Varzi, psicanalista con un passato da ricercatrice universitaria, in un’intervista al Corriere della Sera hanno raccontato il loro amore. Apparentemente sembrano due mondi lontanissimi, ma prima si respingono e poi si attraggono, come le calamite. In loro c’è un fuoco diverso, ci sono gioco e tenerezza.
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La moglie del regista durante l’intervista ha dichiarato: “Gli dicevo che a me il sesso non importava, gli ho fatto accettare un amore non sessualizzato“. Il 2010 è stato un anno particolare per il regista, che ha dovuto fare i conti con un ictus che gli ha fatto perdere la memoria, lasciandogli segni importanti. La moglie gli è sempre rimasta accanto e l’ha aiutato a recuperare il passato attraverso il suo archivio. “Lui dice che l’ho riportato alla vita nel momento in cui pensava alla morte. (…) È diventato più composto e pudico“, ha spiegato la donna.
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Caterina Varzi si è spesso sentita prigioniera di un corpo troppo esuberante. “Il primo rapporto a 27 anni, dopo un matrimonio non consumato”, ha confessato. L’ex avvocatessa, originaria di un paese della Calabria, è cresciuta con l’idea che la donna dovesse essere solamente una buona madre e una buona moglie, e il potere femminile non era visto di buon occhio. Grazie al marito regista Tinto Brass però si è liberata dai retaggi della sua cultura d’origine.
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Tinto Brass moglie: “Io l’ho reso più pudico”
L’intervista si è chiusa così, parlando di progetti futuri: “Un film documentario sulla sua vita, partirà a settembre, titolo Una passione libera, sarà un Tinto Brass alla Hitchcok che presenta i suoi inediti… Scusaci ma adesso lui è stanco e io devo andare dal parrucchiere”, ha concluso Caterina.