Il conduttore affila le lame e dimentica il “politically correct”
Costantino della Gherardesca attacca i suoi colleghi della Rai, giudicando severamente sia Fazio che Insinna. Il conduttore di Pechino Express è proprio senza freni, il suo caratterino è conosciuto da tutti ormai e la sua capacità di usare il sarcasmo è ciò che lo rende così simpatico e un perfetto conduttore.
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Recentemente è stato intervistato dal quotidiano “Libero” e il conduttore di Pechino Express (in partenza dal prossimo 13 settembre su Rai2), ha deliziato i suoi fan colpendo duramente alcuni dei giganti della tv generalista, dimenticando, come sempre, il senso del ‘politically correct’. Costantino della Gherardesca si è scagliato contro Fabio Fazio, cavalcando l’onda delle polemiche: “Da una parte detesto i populisti che si sono accaniti contro Fazio, dall’altra è davvero troppo per uno che fa la tv vecchia, per certi versi”.
Foto: Rai
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Poi ha passato in rassegna il comportamento di Flavio Insinna in seguito alla guerra scatenata da Striscia la Notizia: “Parlare di soldi in video è ancora un tabù proprio perché esistono i miei colleghi, infinitamente più ricchi di me, che per ottenere più affetto dal pubblico sbandierano opere di beneficenza, pauperismi a pioggia tipo Insinna buonista che trovo di pessimo gusto”.
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Ha poi ammesso che all’epoca in cui lavorava in Mediaset, Silvio Berlusconi stava per mandarlo via a causa di alcune battute su Mario Giordano e i bambini in Africa, ma fu il figlio Piersilvio a dargli un’altra possibilità. Ora tutta la sua scorrettezza è concentrata su “Secondo Costa”, il programma che conduce in seconda serata su Rai 2. “È tutta ironia, anche quando ho cercato di convertire Nina Moric all’islamismo. Io non aspiro a presentare un programma d’arte su Sky. Il mio scopo, piuttosto, è evitare i populisti, riportare alla tv gente che non sarebbe mai tornata. Alla base c’è il valore estetico di non fare della televisione di merda, ma pure il fatto che il proliferare di questi format sta distruggendo le mie future possibilità di lavoro fra 5/6 anni”.
Anna Laganà