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Il ricordo di Fabrizio Frizzi a un anno dalla sua scomparsa

A un anno dal tragico evento, il ricordo del presentatore è ancora vivo L’ischemia cerebrale nell’ottobre del 2017 è il primo sintomo di qualcosa che si rompe, di qualcosa che non va, quattro mesi dopo le sue condizioni peggiorano improvvisamente. E poi la camera ardente con oltre diecimila persone tra amici, colleghi e semplici fan; […]

di Redazione di Rumors.it | 26 Marzo 2019
Fabrizio Frizzi - Foto: Paolo Diletto / IPA /

A un anno dal tragico evento, il ricordo del presentatore è ancora vivo

L’ischemia cerebrale nell’ottobre del 2017 è il primo sintomo di qualcosa che si rompe, di qualcosa che non va, quattro mesi dopo le sue condizioni peggiorano improvvisamente. E poi la camera ardente con oltre diecimila persone tra amici, colleghi e semplici fan; le esequie trasmesse in diretta su Rai1: Fabrizio Frizzi muore un anno fa. Sorridente, accomodante, mai sopra le righe, garbato — aggettivo che nella società sguaiata di oggi viene visto con sospetto e dileggio perché confuso con la mancanza di carattere. L’unica casella vuota di Fabrizio Frizzi, in una carriera che ha toccato quiz, varietà e intrattenimento — tutte le gradazioni del leggero — è stato il Festival di Sanremo.

Fabrizio Frizzi ha iniziato dalla tv dei ragazzi, avendo Corrado come modello del suo stile di conduzione, Miss Italia il programma con più presenze (18 edizioni), anche se è diventato un volto quotidiano della tv grazie a I fatti vostri, Soliti Ignoti e L’eredità. Una professione fatta di alti e bassi, ma anche le cadute sono servite a renderlo più resistente, più consapevole, più disinvolto. Il 2000 fu un anno di rottura. Colpa dell’allora direttore generale Pier Luigi Celli che disse di vergognarsi di alcuni programmi, tra i quali “Per tutta la vita” (condotto da Frizzi), una gara tra due coppie di promessi sposi che si sfidavano in giochi più o meno divertenti, premio una vacanza di due settimane ai Caraibi e un pranzo di nozze per 200 persone. Che a sentirlo adesso, e per quello che abbiamo visto negli ultimi 20 anni, c’è da sorridere all’ingenuità di una tv che allora pareva ardita. La strada diventa in salita, sono tempi bui, anni in sordina.

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Foto: Rai / Miss Italia

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Perché “quando sei in disgrazia le giornate sembrano interminabili. A un certo punto nemmeno il mio carattere, prevalentemente ottimista, mi sosteneva più. Io ho molte più debolezze, molti più difetti di quanto sembri. Il fatto è che quando scegli di fare l’artista, scegli un lavoro precario. Vivi in perenne compagnia di un’ansia di conferma. È una regola del gioco anche questa: né buona né cattiva. Una regola e basta”. Ma dopotutto non poteva perdersi d’animo, non lo faceva mai e improvvisamente la ruota ricomincia a girare: “I Soliti Ignoti” fu il quiz della riscossa, “L’eredità” quello della conferma. Del resto a un tramonto segue sempre un’alba.

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Ma di Fabrizio Frizzi, oltre al volto gentile e alla professionalità, si ricorda anche la generosità d’animo e l’umanità, mostrate in più occasioni, sia dentro che fuori lo schermo tv. In televisione, per moltissimi anni, ha condotto la maratona Telethon per sostenere la ricerca sulle malattie genetiche rare. Ha presentato varie edizioni de La partita del cuore, evento sportivo di beneficenza che vede sfidarsi la Nazionale cantanti con quella di altri personaggi del mondo del cinema, dello sport e della tv. Ha prestato la voce al cortometraggio La mosca, realizzato da Uild, unione italiana per la lotta alla distrofia muscolare ed è stato il volto dell’Ail per raccogliere fondi per la ricerca contro i tumori. Per dieci anni è poi stato sostenitore di Save the Children e della Giornata nazionale Unitalsi, l’unione nazionale trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali. Nel 2015, per l’impegno e le varie attività di solidarietà, Frizzi è stato nominato Commendatore dall’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nel 2000 ha invece donato il suo midollo osseo a una bambina veronese affetta da leucemia, Valeria, salvandole la vita. E infatti, da sostenitore accanito della ricerca, parlando della sua condizione aveva affermato: “Se guarirò racconterò tutto nei dettagli, perché diventerò testimone della ricerca. Ora è la ricerca che mi sta aiutando”.