Una chiacchierata con il conduttore di E poi c’è Cattelan
Alessandro Cattelan torna dall’11 aprile ogni giovedì per otto settimane su Sky Uno con il suo one man show, E poi c’è Cattelan. Alla vigilia di questo gradito ritorno, ricorda le difficoltà delle prime edizioni, e riflette su quanto il programma è cresciuto e lo ha fatto crescere.
“La prima stagione non è stata facilissima, abbiamo contattato gli ospiti quasi basandoci sull’agenda del mio cellulare, coinvolgendo personaggi a cui potevo chiedere qualcosa” ricorda il conduttore. “Ora è tutto più facile e riusciamo ad avere tanti ospiti che si trovano a loro agio perché noi vogliamo, rispetto ad altri programmi, che escano bene, si divertano e si rida insieme a loro, non di loro.”
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Foto: Jule Hering
Con E poi c’è Cattelan la sua carriera è sicuramente cresciuta, si è evoluta: “Credo di iniziare ad avere credibilità e se la credibilità vuol dire avere un po’ di potere, allora posso dire di avere un po’ di potere buono” dichiara. “Lavoro da tanto tempo ma ho fatto tante piccole cose, quello che mi ha dato visibilità è stato X Factor e mi ha permesso di poter spendermi con le persone per arrivare a fare il programma che era il sogno della mia vita, che è questo”.
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Per la prima puntata ospiti Marco Mengoni e Jimmy Fallon, che ha ospitato Alessandro Cattelan nello studio del suo Tonight Show a New York per un’intervista esclusiva. Della sua esperienza a New York Cattelan dice: “Lui con me ha avuto un atteggiamento paritario, non si è posto su un piedistallo. Abbiamo imparato tanto guardando lui e il suo team, abbiamo rubato un po’ di segreti tecnici. Jimmy Fallon era l’ospite dei miei sogni, adesso manca solo Paul McCartney.”
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La clip di apertura sarà a tema Ghostbusther, con la partecipazione speciale del sindaco di Milano Beppe Sala, il monologo invece affronterà e approfondirà il tema dell’ecologia. Fra gli ospiti della nuova edizione Paola Cortellesi, Alessandro Borghi, Enrico Mentana, Antonella Clerici, Salvatore Esposito e Arturo Muselli, Antonio Conte, Alberto Tomba.
Format simile, maggiore approfondimenti, ospiti internazionali e anche un cambio di location: “Avremmo voluto proseguire la scelta teatrale come lo scorso anno” ammette Alessandro Cattelan, “Ma per fortuna a Milano la cultura tira e non c’erano teatri disponibili, così abbiamo optato per questo nuovo studio che doveva essere come il precedente e invece è venuto ancora più bello.”
P.L.