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Marco Maisano: “Devo tanto a Le Iene, ma Piacere Maisano è diverso”

Noi di Rumors.it abbiamo incontrato l’ex Iena che ci ha parlato di alcune tematiche approfondite nel programma Dal 4 novembre 2020, Marco Maisano torna sul piccolo schermo con l’attesissima seconda stagione di “Piacere Maisano”, una produzione originale di EndemolShine Italy. Un ciclo di sei puntate in onda su Tv8, ogni mercoledì, in seconda serata dopo X-Factor. I macrotemi […]

di Redazione di Rumors.it | 4 Novembre 2020
Foto: Jule Hering

Noi di Rumors.it abbiamo incontrato l’ex Iena che ci ha parlato di alcune tematiche approfondite nel programma

Dal 4 novembre 2020, Marco Maisano torna sul piccolo schermo con l’attesissima seconda stagione di “Piacere Maisano”, una produzione originale di EndemolShine Italy. Un ciclo di sei puntate in onda su Tv8, ogni mercoledì, in seconda serata dopo X-Factor. I macrotemi dell’attualità e delle nuove tendenze tornano protagoniste nella nuova stagione, in cui tutto è affrontato con un linguaggio semplice ed immediato, ma mai superficiale.

Noi di Rumors.it abbiamo incontrato l’ex Iena, il quale ci ha parlato di alcune tematiche approfondite in “Piacere Maisano”, spaziando dall’energia alla moda, dall’immigrazione al complottismo, dalla quarta età alle baraccopoli. Il 30enne aretino ha anche risposto ad alcune nostre curiosità in merito allo storytelling e format del programma ed al suo percorso professionale.

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Foto: Jule Hering

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Tutte le puntate di “Piacere Maisano” sono dedicate alle tematiche dell’attualità e nuove tendenze. Da cosa nasce questo tuo interesse per le storie?

“Sicuramente nasce dal fatto che sono una persona curiosa. Essendo da sempre, fin da bambino, molto curioso, l’attualità è ciò che mi interessa di più. “Piacere Maisano” è un programma che parla di attualità in maniera un po’ diversa, perché non ci limitiamo a trattare il singolo avvenimento del giorno, ma preferiamo sempre i macro-temi. Anzichè parlare della calamità a Genova durante le alluvioni, parliamo del cambiamento climatico e dentro ci mettiamo anche quello che succede tutti i giorni. E avanti così. Per esempio, per quanto riguarda gli sbarchi triplicati, non ci mettiamo a parlare se i decreti sicurezza abbiano funzionato o meno, se Salvini avesse ragione oppure no, ma andiano in Ghana e vediamo cosa succede in Ghana, il paese da cui partono più immigrati verso l’Italia. Questo è lo stile di “Piacere Maisano”: curiosità sì, ma mai per i singoli aspetti della realtà. Cerchiamo di prenderla alla larga”.

Uno dei tratti distintivi di “Piacere Maisano” è la modalità con cui le nuove storie vengono raccontate, attraverso l’occhio di un telefonino e della telecamera di un film-maker. Qual è il motivo che ti spinge ad accostare le notizie serie (e, a volte, tragiche) con l’intrattenimento? 

“Il motivo è semplice: cercare di rendere fruibili notizie che a volte non sono fruibili per tutti. Io credo che un giornalismo di qualità – non perché il mio lo sia (ride, ndr) – sia un giornalismo chiaro. Dopodichè, l’ironia fa parte di me, fa parte del mio carattere: non riesco a vivere la realtà senza un pizzico di ironia. Magari non sempre, ma riesco a sorridere in quasi tutte le situazioni. E credo che questo aiuti il pubblico a seguire meglio il programma: “Piacere Maisano” è un programma molto semplice nel linguaggio, nel modo di narrare le cose. E io cerco di arrivare preparato fino ad un certo punto, perché le cose le voglio scoprire in diretta insieme al pubblico. E credo che questo funzioni”.

Un altro tratto distintivo del programma è il format itinerante e i servizi in esterna. Quanto la tua esperienza professionale precedente, a “Le Iene” e a “Nemo – Nessuno escluso”, e personale (Marco ha vissuto in Marocco e parla fluentemente l’arabo) hanno influito su “Piacere Maisano”? E quanto c’è di inedito?

“Sia a “Le Iene” che a “Nemo” ho imparato tantissimo, ho imparato questo mestiere, l’inviato, grazie ai capi molto capaci ed a redazioni frequentate da persone estremamente autorevoli. Devo tanto sia a “Le Iene” che a “Nemo”, ma “Piacere Maisano” è diverso. Lo sento “mio”, è un format all’interno del quale io entro, ma è il “mio” format. Sono io, sono me stesso e sono particolarmente felice di questo. Non devo indossare una divisa, ma posso essere me stesso fino in fondo”.

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Il Coronavirus e le sue ultime novità: una realtà che sta incombendo su tutti noi e a cui dedicherai uno speciale in questa seconda edizione. Come saprai, Conte ha coinvolto i Ferragnez per sensibilizzare i giovani all’uso della mascherina e scongiurare un secondo lockdown. Scelta criticata da molte autorità italiane, tra cui Salvini. Cosa pensi dello “sfruttare” la popolarità di VIP per mandare un messaggio così importante?

“Io credo che Conte ed il suo governo abbiano avuto tempo, sei mesi, per prepararsi a questa seconda ondata e, ahimè, non mi sembra che lo abbia fatto nel migliore dei modi. Sicuramente la sfida è enorme e non dipende tutto quanto dalla politica, però la politica poteva fare la sua e poteva fare meglio. Ci eravano detti “abbiamo moltissimo più spazio per le terapie intensive”, ma non mi sembra così tanto vero, così non mi sembra vero che ci siano i medici disposti a lavorarci dentro. Abbiamo lavorato male sulla prevenzione, ma per quanto riguarda lo “sfruttare” i personaggi famosi per veicolare un messaggio, di per sè, non ci vedo nulla di male. Se uno segue Fedez e lo imita indossando la mascherina, che ben venga! Del messaggio di Fedez sono rimasto colpito dal fatto che lui in quel momento abbia dato due notizie, e una era meno importante dell’altra. Se tu sei un influencer e vuoi veicolare un messaggio, dici soltanto “Ragazzi, indossate la mascherina”. Ma se dici che ti ha chiamato Conte, la notizia diventa che ti ha chiamato Conte: non si sa se la notizia è la mascherina o Conte che ti ha chiamato! (ride, ndr) Ma che ben venga, sono convinto che sia Fedez che sua moglie l’abbiano fatto in buona fede, non ci trovo assolutamente niente di male”.

L’ultima domanda: quali sono i progetti futuri che vuoi condividere con chi ti segue? 

“Intanto speriamo che vada bene “Piacere Maisano” che non è detto (ride, ndr): gli ascolti non sono mai scontati. Progetti futuri? tanti! Sto lavorando ad altre cose, ma vedremo se andrà!”

Fame di conoscenza e la passione per le storie. Così, in poche parole, si può riassumere l’attitudine di Marco che lo ha portato a condurre l’omonimo programma su TV8. Un programma che si prospetta toccare i vari temi dell’attualità che ognuno di noi sta vivendo e che sicuramente ci riguardano, più o meno da vicino. Ci ha salutato lasciando intendere che qualcosa di nuovo ed interessante bolle in pentola: non ci resta che aspettare!

Foto: Jule Hering