Mercoledì 2 giugno, in seconda serata, su Retequattro, tornano le inchieste di Confessione Reporter, il programma di Stella Pende, a cura di Sandra Magliani, realizzato da Videonews. La nuova edizione, composta da quattro appuntamenti serali, apre con uno speciale su Gaza, drammaticamente in cima alle cronache nelle ultime settimane per lo scontro con Israele. Al centro del reportage della storica inviata Mediaset, gli effetti di questo ennesimo, drammatico scontro, durato 11 giorni.
Il cessate il fuoco è arrivato lo scorso 20 maggio e, secondo il ministero della sanità di Hamas, dall’inizio dei bombardamenti israeliani su Gaza sono rimasti uccisi 253 palestinesi, tra cui 67 bambini e minori, 39 donne e 17 anziani. I feriti, invece, sfiorano le 2.000 unità. Stella Pende ha raccolto testimonianze esclusive, direttamente dall’interno della Striscia.
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Tra le testimonianze raccolte dalla giornalista, un padre che ha perso la moglie e quattro figli, sepolti sotto le macerie della loro casa, colpita da una bomba; un dottore di Medici senza frontiere, che ha soccorso i feriti, soprattutto bambini e donne, principali vittime del conflitto; un giornalista di Al Jazeera, che racconta la distruzione del palazzo delle TV, dall’avviso di evacuare al bombardamento, fino alle macerie del suo ufficio, dove è stata girata l’intervista.
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Striscia di gaza oggi: lo speciale di Stella Pende
L’ultima escalation del conflitto tra Israele e Gaza è stato innescato da un’antica disputa legale che riguarda Sheikh Jarrah, un quartiere di Gerusalemme Est abitato da famiglie palestinesi, le cui case erano state donate loro dal governo della Giordania, con l’appoggio dell’ONU, nel 1956, ma i cui terreni erano di proprietà di alcune comunità israeliane, fuggite dalle violenze della guerra del 1948. Più o meno negli stessi giorni della sentenza definitiva che avrebbe dovuto risolvere il caso, terminava il Ramadan e si celebrava il Giorno di Gerusalemme. La combinazione degli eventi, da sempre causa di tensioni, è stata sfruttata da Hamas, che ha infiltrato i movimenti di protesta, alimentato la tensione e superato la linea rossa fissata del governo Netanyahu: la sicurezza di Gerusalemme e Tel Aviv, qui prese di mira dai razzi dell’organizzazione fondamentalista.