È diventata definitiva la sentenza d’appello nei confronti di due degli aggressori di Nicolò Bettarini, 22 anni, figlio della conduttrice tv Simona Ventura e dell’ex calciatore Stefano Bettarini. La pena più severa è arrivata per il 31enne Davide Caddeo a otto anni di reclusione. Definitiva anche la condanna a sei anni e quattro mesi per Albano Jakej, 23 anni. A entrambi è stato riconosciuto il reato di tentato omicidio.
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L’aggressione risale all’1 luglio 2018 quando, davanti alla discoteca Old Fashion di Milano, Niccolò viene accoltellato al petto, a un fianco e al braccio destro, con la lesione di un nervo. In totale furono 8 i fendenti sferrati contro Bettarini jr da 4 aggressori, di cui due appena condannati definitivamente dai giudici della Corte di Cassazione a otto anni e sei anni e quattro mesi, e altri due responsabili già condannati in precedenza. Oltre a Caddeo e Jakei, contro il giovane si avventano infatti anche Alessandro Ferzoco (condannato in appello a 5 anni e 6 mesi) e Andi Arapi (cinque anni dai giudici di secondo grado).
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Il giovane Bettarini, che nel 2018 aveva appena 18 anni, quella sera (1° luglio) intervenne all’interno del locale in soccorso di una ragazza, anche lei aggredita ma da altre persone. Una volta all’esterno Niccolò viene riconosciuto in quanto figlio di Simona Ventura, “Ti ho riconosciuto, sei il figlio di Bettarini, ti ammazziamo”. A quel punto ecco i 4 aggressori assalire il giovane e colpirlo con 8 fendenti. Per fortuna, lì con lui la sua ex fidanzata e uno dei suoi amici storici, intervenuto in sua difesa, come sottolineato dal gup nella sentenza di primo grado.
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Condannati 2 degli aggressori di Niccolò Bettarini, figlio di Simona Ventura e Stefano Bettarini
Grazie alle indagini, nelle settimane successive all’accaduto, i quattro imputati sono stati identificati e arrestati da parte delle forze dell’ordine. Qualche tempo dopo si è scoperto che nel gennaio di quello stesso anno Bettarini aveva giù avuto un diverbio, per motivi mai chiariti, con alcuni dei suoi futuri aggressori in un altro locale milanese. Questa informazione però non è valsa a scagionare i quattro imputati. I giudici di secondo grado, infatti, hanno osservato che qualunque sia stata la miccia che ha innescato l’accoltellamento, questa ha rappresentato «soltanto il pretesto degli imputati di dare sfogo a una violenza inaudita». Violenza che, secondo i giudici d’appello, denota la volontà di uccidere Niccolò, che si è poi costituito parte civile. Oggi finalmente Bettarini Jr ha potuto mettere fine a questa brutta vicenda.
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