Viola come il mare è la nuova serie tv che andrà in onda su Canale 5, dal 30 settembre al 4 novembre 2022. La serie è diretta da Francesco Vicario ed è stata prodotta da Lux Vide. I protagonisti della serie televisiva saranno Viola Vitale, interpretata da Francesca Chillemi, e Francesco Demir, un ispettore di polizia interpretato da Can Yaman. Viola è una giornalista originaria di Palermo, ha studiato moda e vive a Parigi.
Viola come il mare malattia: cos’è la sinestesia
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Viola si sposta da Parigi a Palermo per cercare suo padre, non avendolo mai conosciuto. In occasione della sua permanenza nella cittadina siciliana, entra in una redazione web di cronaca nera, dove conosce Francesco. Viola soffre di una condizione neurologica piuttosto bizzarra: si tratta della sinestesia. Quest’ultima è un fenomeno in cui si verifica una ‘sovrapposizione sensoriale’: stimolando uno dei cinque sensi, se ne percepisce un altro. La sinestesia implica un’interferenza percettiva, dove, ad esempio, si vede un suono.
Francesca Chillemi, Viola come il mare – Foto: Ufficio stampa Mediaset
Viola Vitale sinestesia: è anche una figura retorica
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La parola ‘sinestesia’ deriva dal greco e significa proprio ‘percepire insieme’. Infatti, gli individui che sono affetti da tale condizione tendono a confondere e sovrapporre le esperienze sensoriali. Tale condizione caratterizza una fetta ristrettissima di popolazione ed è molto difficile da immaginare. Oggi gli scienziati stanno effettuando degli studi su tale patologia, che fino a poco tempo fa veniva sottovalutata. Si cerca di capire se vi può essere qualche tipo di correlazione con la schizofrenia.
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La sinestesia è anche una figura retorica di significato molto utilizzata nella letteratura italiana: implica l’associazione di due parole che appartengono a sfere sensoriali diverse, esattamente come avviene nel cervello delle persone che soffrono di tale condizione. Citando dei poeti di calibro internazionale, troviamo Pascoli che citava ‘Voci di tenebra azzurra’, oppure Quasimodo con il suo ‘Urlo nero’, o ancora ‘Corsi a vedere il colore del vento’ di De Andrè.