Il 2023 non inizia nel migliore dei modi per il cantante Zucchero, condannato per diffamazione nei confronti di un amico. La decisione è stata presa dal tribunale civile di Massa che ha ritenuto il cantante colpevole di aver messo a repentaglio la reputazione del querelante. Zucchero, quindi, è costretto a risarcirlo per danni morali. La cifra che dovrà versare è alquanto esorbitante. Ma facciamo un passo indietro. Com’è cominciata questa intricata vicenda?
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Zucchero condannato per diffamazione: “Donnaiolo e nullafacente”
Nel 2011 Zucchero ha pubblicato la sua autobiografia dal titolo “Il suono della domenica – Il romanzo della mia vita”. Al tempo mai si sarebbe immaginato che proprio la sua opera lo avrebbe portato in tribunale. Ma la vita, si sa, è pronta a stupirti e non sempre in positivo. Nel suo libro, infatti, il cantante ha descritto un suo amico “donnaiolo e nullafacente“. Due aggettivi che, l’autore, ha definito “disfunzionali alla trama narrativa”. Ma a quanto pare non sono stati ben accetti dall’amico che ha deciso così di denunciarlo.
Foto: Robert Ascroft
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“Purtroppo, la lettura del romanzo provocò sconforto e malessere nei familiari del mio assistito” ha spiegato Alessandro Fontana, avvocato del querelante. Una descrizione dell’amico che è costata molto cara a Zucchero che ora è costretto a versargli ben 37mila euro. Una cifra alquanto significativa che il giudice ha ritenuto giusta per riparare ai danni commessi. Secondo l’accusa, infatti, queste parole sarebbero state “lesive della reputazione” dell’ex amico, compromettendo così “le relazioni sociali e familiari della parte offesa, i cui rapporti con la coniuge si sono significativamente deteriorati“.
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Zucchero condannato: “Parole offensive e non coerenti”
Nonostante i tentativi dell’accusato di spiegare l’utilizzo di tali termini per descrivere l’ormai ex amico, il giudice non ne ha voluto sapere. Secondo quest’ultimo, infatti, gli aggettivi scelti sarebbero stati offensivi e utilizzati con l’unico scopo di recare offesa. Una decisione alla quale Zucchero non può ormai appellarsi e che, sicuramente, lo accompagnerà la prossima volta che deciderà di scrivere un libro, se mai lo farà!
