Il fenomeno Mare fuori continua a macinare successi, tanto da aver inaugurato una nuova era di grandi successi per quella Rai che da vecchia e polverosa televisione di servizio pubblico, come era stata spesso definita, pare aver virato verso nuovi orizzonti. Una storia nella storia quella della fiction, passata in sordina su Rai Due per poi esplodere totalmente su Netflix – e su Rai Play con la terza stagione – dando vita, grazie al taglio da teen drama all’italiana dalla ricaduta sociale, ad una vera e propria “marefuorimania”. La serie che racconta la vita dei ragazzi nell’Istituto penale minorile di Napoli, tra storie d’amore e d’amicizia, canzoni e tormentoni, ha conosciuto un successo senza precedenti a tal punto che il brand è pronto ad esplorare nuove declinazioni narrative: un musical, uno spin-off, un remake made in USA – forte della vendita della fiction Doc al mercato televisivo americano.
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Mare fuori musical per la regia di Alessandro Siani: il successo si amplifica
Tra gli universi narrativi proposti, il musical di Mare fuori è già in fase di casting e di preparazione e vedrà alcuni attori, come Antonio Orefice nel personaggio di Totò e Salahudin Tijani Imrana. Dal 27 febbraio al 10 marzo 2024 sarà infatti al Teatro Brancaccio di Roma con la regia del comico napoletano Alessandro Siani. “Volevamo portare questa storia che racconta una realtà cruda di Napoli anche a teatro, ma è molto altro. Grazie al cast di Mare Fuori ci buttiamo in questa nuova sfida musicale. E ovviamente ci saranno le canzoni originali della serie” ha dichiarato Siani. Un notizia che fa sognare il pubblico, ma che apre alla riflessione sul risvolto ormai inevitabile dei grandi successi e di come cavalcarli – fino a saturarli – forse non sia sempre un bene…
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Musical Mare fuori: la Rai si apre al mercato del franchise, ma cosa ne pensa il pubblico?
Anche la Rai sembra essersi adeguata ad uno dei trend che oggi maggiormente muovono il mercato audiovisivo: quello dei franchise. Forte di un suo titolo di successo – che potrebbe prepararsi alla vetrina mondiale – ha quindi deciso di cavalcare il più possibile il titolo di Mare fuori, declinandolo sì in nuove versioni ma aprendo la possibilità di una rapida saturazione. Se da un lato è ormai evidente che dietro la voglia di sfruttare un successo ci siano ragioni economiche e produttive (costa meno adattare un format o sfruttare un successo progresso che inventare qualcosa di nuovo), dall’altro non è ancora ben delineata la risposta del pubblico a questa foga di declinazioni sempre più seriali. Per quanto infatti il pubblico sia restio a lasciare andare i propri beniamini, desiderando una narrazione quanto più infinita possibile – anche fuori dai confini del mezzo televisivo -, dall’altro diventa sempre maggiore il rischio di forzatura, con un conseguente pericoloso effetto noia.