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Domenico Dolce contro i giovani siciliani: il qualunquismo che non ti aspetti dal fondatore di Dolce & Gabbana

“Giovani senza dignità, stanno sui social anziché lavorare. Da me vorrebbero una valigia di soldi”: anche Domenico Dolce è caduto nella trappola…

di Luca Diana | 15 Agosto 2023
Domenico Dolce - Foto: Alberto Lo Bianco / IPA

Parolacce, luoghi comuni, sentenze stereotipate: tutto questo è il qualunquismo che di tanto in tanto si diffonde per le strade delle nostre città e in quelle virtuali dei social. Una malattia del nuovo millennio che pensavamo potesse insinuarsi solo nella pancia del Paese – quella più povera per intenderci -, e invece – il caso che vi raccontiamo oggi ne è una prova – il cosiddetto qualunquismo parrebbe trovare linfa fertile anche tra i volti noti dello showbiz e della cultura, portandoli a cadere nel tranello. In fondo si sa, è sempre più facile fare di tutta un’erba un fascio anziché provare a comprendere il mondo che ci circonda, la sua complessità e la fragilità delle nuove generazioni che lo abitano.

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Certo, a scrivere è un componente delle Generazione Z e quindi potenzialmente di parte, ma ciò che colpisce delle parole pronunciate da Domenico Dolce – per intenderci stilista e imprenditore italiano, fondatore insieme a Stefano Gabbana della casa di moda Dolce & Gabbana – è la superficialità della sua analisi sociale che lo avrebbe portato a considerare tutti i giovani siciliani come dei nullafacenti e opportunisti. Certo, non fraintendeteci, qualcuno ce ne sarà di certo ma siamo più che sicuri che non tutte le donne e gli uomini siciliani del futuro possano essere descritte come fatto dal 65enne.

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Approdato nella sua Polizzi Generosa (Palermo) per festeggiare, il 13 agosto, il compleanno, infatti, Domenico Dolce ha preso parte all’inaugurazione di una mostra fotografica, nella sua fondazione P.G. 5 cuori, e si è sentito in dovere di bacchettare i suoi conterranei e soprattutto i più giovani: “Cosa fai un giorno intero su Facebook – e per la cronaca l’utilizzo di questo social network da parte dei giovani è calato vertiginosamente negli ultimi anni -, vai a lavorare. I nostri genitori, si alzavano alle 5 del mattino, oggi le campagne sono abbandonate non possiamo dare la colpa allo Stato, alle istituzioni, al sindaco, le istituzione siamo noi, le generazioni di oggi non hanno una dignità“.

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Parole forti contro una generazione che ogni giorno prova a costruirsi un futuro, facendo lo slalom tra gli scarti di chi li ha preceduti e le insidie di quello che verrà. Ma non finisce qui perché come ogni paternale che si rispetti, anche in questo caso è arrivata la fatidica frase “alla mia età”. Domenico Dolce, infatti, ha aggiunto: “Mi dicono che non faccio niente per loro, io a 18 anni ho preso una valigia di cartone e sono andato a Milano. Fate noccioline, il fagiolo badda, ricamate, come si può pretendere il progresso se nessuno fa un cazzo. Sapete cosa si aspettano da me i giovani? Che venga qua con una valigia piena di soldi da distribuire“.

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Nell’effettivo non sappiamo cosa i giovani, o i siciliani, o gli italiani tutti, si aspettino da Domenico Dolce. Ciò che invece noi ci auspicheremmo sarebbe quello di sentire da un esponente come lui della cultura italiana nel mondo pronunciare frasi di incoraggiamento nei confronti delle nuove generazioni, con un linguaggio consono al ruolo sociale che ricopre. Anche le paternali, infatti, funzionano meglio se accompagnate da soluzioni e non semplicemente da imprecazioni.

Domenico Dolce: le parole pronunciate dallo stilista (video de La Repubblica)