Angelina Mango, un nome, una garanzia. Figlia del celebre cantautore Mango e della cantante dei Matia Bazar, Laura Valente, la giovane cantante si è subito distinta per la versatilità della sua voce e per l’intensità della sua penna. Dopo due successi, Voglia di Vivere e Che te lo dico a fa’, Angelina è pronta per spiccare il volo verso le classifiche di musica italiana con il suo prossimo singolo Fila Indiana, fuori dal 1 dicembre. In un’intervista per Vanity Fair la ragazza si è raccontata, dalle sue influenze musicali tutte in famiglia, all’ingresso ad Amici, fino ai temi di attualità come la differenza di genere e l’amore per se stessi.
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Angelina Mango spiega il testo di Che te lo dico a fa’
Partendo proprio dal testo di Che te lo dico a fa’, Angelina ha voluto spiegare il significato del verbo pazziare che lei stessa ha utilizzato nel ritornello della canzone:
Pazziare vuol dire essere liberi di fare ciò che si vuole, e fortunatamente io mi sento libera di farlo. Perché ho le possibilità di farlo, sono nata con questa fortuna, e dove non potevo arrivare sono arrivata con le mie forze, quindi adesso mi sento libera di esprimermi, di essere quella che sono. Pazziare è questo: quello che faccio sul palco, e spero che ai miei live nessuno si senta giudicato, ma si sentano tutti liberi di divertirsi. Pazziare non è una cosa scontata, purtroppo, non è un diritto che hanno tutti.
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Angelina Mango ricorda la sua partecipazione ad Amici: “Non avevo avvisato nessuno”
Passando poi alla sua esperienza ad Amici, Angelina Mango ha voluto ricordare il suo provino per il programma
Non ero consapevole di quello che stava succedendo, non avevo nemmeno avvisato i miei amici, alla fine a Roma sono rimasta sei mesi. Partecipare ad Amici è stata la terapia d’urto più forte che potessi fare.
I suoi due successi, come afferma la stessa Angelina, sono nati “da un bisogno, dal desiderio di esprimere qualcosa” e come ogni sensazione o emozione ha bisogno di tempo per essere elaborata, capita e offerta agli altri:
Le prime che ho scritto nella mia vita sono nate dal desiderio di esprimere qualcosa perché non riuscivo a farlo in altro modo. Adesso che forse so esprimermi meglio a parole, la musica e la scrittura hanno cambiato il loro significato nella mia vita. Scrivo anche per le persone che mi ascoltano, non è più una cosa solo mia. Questo sembra un piccolo dettaglio, ma per me cambia completamente la prospettiva. Oggi, quando scrivo, immagino già la canzone live, come può cantarla qualcuno a casa. Sento la responsabilità di parlare non solo di cose personali, mi piace che le canzoni possano essere anche di chi le ascolta, che possano raccontare anche le storie degli altri.
Angelina sul palco è scatenata e sembra non avere paura di nulla: il suo potere è proprio quello di coinvolgere il pubblico non perdendo mai la concentrazione sulla sua interpretazione e sulla condivisione dei sentimenti. Tra coreografie, momenti più seri e di scambio con il pubblico, Angelina è libera quando si esibisce:
Da qualsiasi costrizione. Lo si può notare anche dalle piccole cose. Io fuori dal palco purtroppo faccio fatica a volte, come tante altre ragazze, ad accettare completamente il mio corpo, o a sentirmi a mio agio. Invece durante un live posso anche stare in culotte, come è stato ai Magazzini per esempio, e non me ne frega niente. È solo un modo per dire: io sono qui e faccio quello che voglio.
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Angelina Mango si esprime sul caso di Giulia Cecchettin: “La rivoluzione deve partire da casa”
Riguardo invece il tema della differenza di genere e della violenza contro le donne, in riferimento all’ultimo caso di cronaca nera che ha visto la morte di Giulia Cecchettin, Angelina afferma con molta sicurezza:
Se un bambino dovesse esprimere un’opinione su quanto accaduto probabilmente vedrebbe questo avvenimento come un episodio in cui viene compiuto un gesto folle, quando invece il problema è molto più grave e diffuso. Da inizio 2023 le donne uccise in Italia sono state più di 100, purtroppo non è un evento isolato. La sorella di Giulia Cecchettin, Elena, ha detto che il suo assassino è “un figlio sano della società patriarcale. L’educazione è fondamentale. Sono cresciuta in una famiglia in cui l’educazione sentimentale si viveva in casa. Mio padre non si è mai seduto a capotavola perché era l’uomo di casa, mio fratello non si è mai seduto davanti in macchina solo perché maschio. Oltre che nelle scuole, che dovrebbero essere già attive nell’educazione sentimentale, il primo luogo in cui dovrebbe esserci una rivoluzione è in casa, in famiglia. o fortunatamente oggi vedo tante donne che fanno il mio stesso mestiere. Quest’estate ne ho incontrate molte in giro per i Festival. Una settimana fa ho cantato insieme a Francesca Michielin, e la cosa bella è quando non c’è competizione. La competizione proprio non la capisco. Vedo quindi molte cose positive, ma la strada è ancora molto lunga.
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