Da quando abbiamo iniziato a raccontare la nostra quotidianità sfruttando la mediazione di uno strumento come i social network, i confini tra realtà e finzione, tra reale e virtuale, sono sfumati a tal punto da creare un reale sempre meno reale e un virtuale che ha inglobato ogni pretesa di verità.
A dimostrazione del tentativo disperato di trattenere l’ultimo briciolo di realtà, la biopic mania: raccontare le storie di persone realmente esistite sembra l’unico modo rimasto – una consolazione fittizia – per una autoconvincersi che il concetto di verità sia ancora possibile. Tuttavia, di fronte alla contraddizione, il cortocircuito è inevitabile e doloroso. Soprattutto quando lo spettatore, approcciandosi ad una serie tv che racconta l’esperienza di un giovane con la propria stalker, si trova davanti ad una dichiarazione: “È una storia vera”.
Anche se il vero dramma si consuma quando l’attore non è solo l’interprete della storia – come diamo per scontato sia -, ma la vera “vittima”, Richard Gadd. E la vera stalker Martha, Fiona Harvey, esce allo scoperto e va ospite da Piers Morgan negando qualunque dettaglio presente in Baby Reindeer.
La vera Martha di Baby Reindeer nega tutto: “Non gli ho scritto io le e-mail”
Fiona Harvey, che si dice abbia ispirato il personaggio di Martha (nella interpretata da Jessica Gunning), la stalker di Richard Gadd, è apparsa al talk show di Piers Morgan su YouTube Piers Morgan Uncensored, durante il quale ha rivelato di aver intrapreso un’azione legale contro Netflix e Gadd in quanto nulla di quanto raccontato corrisponderebbe alla verità. “Non gli ho scritto io le e-mail”, ha detto a Morgan, negando di aver inviato oltre 41.000 e-mail e 100 lettere a Gadd mentre lo perseguitava. Alla domanda di Morgan su chi avesse inviato le e-mail a Gadd, Harvey ha risposto: “Penso che probabilmente le abbia inventate lui stesso, non ne ho idea”.
Harvey ha descritto la situazione come “oscena” e “orrenda”, anche se ha detto di non aver guardato la serie tv, ma di averne sentito parlare dai suoi amici e da alcuni giornalisti che l’hanno avvicinata. “È un’opera di fantasia, un’opera di iperbole”, ha detto Harvey durante lo speciale.
La vera Martha racconta la sua verità: “L’incontro al pub c’è stato”
Fiona Harvey ha ammesso di conoscere Gadd, avendolo incontrato nel famigerato pub Hawley Arms di Camden (noto soprattutto per essere il pub preferito di Amy Winehouse), dove dice di aver ordinato una limonata invece della Diet Coke che Martha chiede nello show. Ha anche ammesso di aver soprannominato Gadd “baby renna” (il nome che ha ispirato il titolo della serie Netflix), che secondo lei è diventato uno “scherzo” ricorrente dopo che lui si è “rasato la testa”, e che una volta lui le ha fatto una proposta offrendosi di “appendere le sue tende”, una scena che viene rappresentata quasi alla lettera nella serie. Inoltre la Harvey ha descritto il loro primo incontro: “Lui ha interrotto la conversazione e da quel momento sembrava ossessionato da me”.
Sebbene Harvey abbia ripetutamente negato di aver inviato a Gadd decine di migliaia di e-mail (“Quanto tempo ci vorrebbe per scriverle?”, ha chiesto), a un certo punto ha ammesso: “Credo che ci siano state un paio di e-mail”. Inoltre, nel corso dell’intervista, sono emerse non poche contraddizioni: ad un certo punto, dopo aver negato la questione dell’email, Fiona Harvey ha dichiarato: “Anche se la storia dell’e-mail fosse vera, il resto non lo è”, aggiungendo di non aver mai distrutto un bar o di non essere stata condannata per stalking, come accade a Martha nello spettacolo. Dichiarazioni che sembrano far emergere numerose analogie con la rappresentazione della stalker nella serie tv, come la sua capacità di manipolare la verità.