“La profonda connessione tra i personaggi, la loro descrizione priva di giudizi, il romanticismo. Tutto questo mi ha trasformato per sempre”. Così Luca Guadagnino ha descritto Queer, l’attesissimo film con Daniel Craig e Drew Starkey in concorso all’81esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Il regista italiano, di ritorno al Lido dopo aver saltato l’apertura con Challegers lo scorso anno a causa dello sciopero di Hollywood, ha presentato la sua nuova opera – che si ispira all’omonimo romanzo di William Burroughs -, descrivendola come intima e “fedele a quel giovano che ero”.
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Luca Guadagnino torna a Venezia: “Per Queer sono partito dalla gioia”
A due anni da quando il suo Bones And All con Timothée Chalamet sconvolse il Lido e a sette anni da Chiamami col tuo nome, Luca Guadagnino continua a indagare le sfumature più recondite e complesse dell’amore, in una perpetua ricerca di equilibrio tra sofferenza, dipendenza e sentimento: “La gioia è stata il punto di partenza del film. Quando lessi il libro di William Burroughs avevo 17 anni e volevo cambiare il mondo con il cinema. Così, ho deciso di portare questa storia sul grande schermo: il mondo immaginato dall’autore del romanzo doveva prendere vita nel mio mondo visivo. È stato l’aspetto dell’assenza di giudizio nei confronti della persona amata che mi ha cambiato per sempre. Il film parla d’amore, ma anche di quell’idea di Sé che interroghiamo quando siamo soli: chi siamo? chi stiamo cercando?” ha rivelato il regista durante la conferenza stampa al Lido.
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Daniel Craig è la star di Queer di Guadagnino
A prendersi carico della storia di William Lee, uomo in cerca di se stesso nella calda atmosfera della Città del Messico degli anni ’50 che perde la testa per il giovane Eugene Allerton (Drew Starkey) in un incontro che diventa attrazione fatale, è l’ex James Bond Daniel Craig. “Volevo lavorare con Luca Guadagnino da tanto tempo e questo è il genere di film che voglio vedere e fare, soprattutto per via della sua natura di sfida. Nel processo di ricerca, ho visto moltissime interviste fatte a William Burroughs, che sembrava così profondo e misurato. Ho pensato che quello non poteva essere lui, specialmente non il Burroughs che aveva scritto quella montagna russa emotiva che è Queer. Così ho provato a cercare l’altro Burroughs, in una storia che non è solo d’amore ma anche di perdita, solitudine e desiderio” ha dichiarato l’attore in conferenza stampa.
Le scene di sesso vissute come “una danza”
L’amore in Queer è indagato anche attraverso la sfera sessuale, in merito al quale Craig ha rivelato: “Non c’è niente di intimo nel girare una scena di sesso sul set di un film. Volevamo solo renderlo il più toccante, reale e naturale possibile. Drew (Starkey, il coprotagonista ndr) è un meraviglioso, fantastico, bellissimo attore con cui lavorare e ci siamo fatti una risata […] La coreografia dei movimenti è stata fondamentale per trasmettere le emozioni dei personaggi in modo veritiero”. Parole a cui ha fatto eco Starkey: “L’approccio libero di Luca ha reso questa esperienza unica. Personalmente, non sono un ballerino, ma con Daniel alla fine abbiamo ballato bene insieme”.