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La nona giornata

L’Italia più nera in scena a Venezia: dal Duce di Marinelli a Messina Denaro di Germano

L’Italia, nelle sue sfumature più nere, è stata la protagonista della nona giornata della Mostra del Cinema di Venezia 2024, che prepara il terreno per il gran finale

di Sara Radegonda | 6 Settembre 2024

L’81esima Mostra del Cinema di Venezia ha ampiamente superato il giro di boa e, in queste ultime battute, prepara il terreno per il gran finale (ha già mosso i primi timidi passi il Totofilm per il Leone d’oro). In attesa della cerimonia di chiusura, prevista per il 7 settembre, la kermesse ha continuato l’esplorazione del rapporto tra cinema e Storia, anche nella nona giornata caratterizzata dalla pioggia scrosciante che ha bagnato il Lido.

Dopo aver intrapreso un viaggio nelle grandi riflessioni contemporanee tra guerra e estremismi – da Campo di Battaglia di Amelio a The Brutalist di Corbet, passando per The Order con Jude Law -, il Festival ha portato sul grande schermo il racconto dell’Italia nelle sfumature più nere, attraverso le storie di due personaggi controversi della storia nostrana, al fine di instaurare quella dialettica che permette di leggere il presente alla luce di un passato che ritorna, che è stata grande protagonista a Venezia 81.

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Il Duce e il boss protagonisti della nona giornata di Venezia 81

Dopo la parata di star hollywoodiane che sono sbarcate al Lido per presentare i loro film, la nona giornata di Festival di Venezia ha portato sul tappeto rosso la crème de la crème del cinema italiano. Ad aprire le danze Iddu, il quinto film italiano in concorso diretto da Fabio Grassadonia e Antonio Piazza su Matteo Messina Denaro, seguito dalla prima mondiale di M – Il figlio del secolo, la serie ispirata all’omonimo romanzo di Antonio Scurati e diretta da Joe Wright con Luca Marinelli nei panni del Duce Benito Mussolini. Un film e una serie che certificano la forza degli anni nel sospendere il giudizio, per vestire i panni di personaggi incredibilmente complessi. In concorso nella giornata anche April di Déa Kulumbegashvili, opera seconda della regista georgiana, e Stranger Eyes di Yeo Siew Hua, primo film selezionato da Singapore.

Elio Germano è Matteo Messina Denaro in Iddu

A chiudere il ciclo dei film italiani in concorso a Venezia è stato Iddu, il film con Elio Germano che interpreta il superboss Matteo Messina Denaro, arrestato nel 2023 dopo 30 anni di latitanza e morto nello stesso anno. La pellicola, in uscita nella sale il 10 ottobre, vuole portare al pubblico un racconto vero nella sua brutalità che vede Marinelli nei panni del boss e Toni Servillo in quelli di Catello, un politico ex sindaco di Castelvetrano, città natale di Messina Denaro, viscido, ambiguo che decide di lavorare per i servizi segreti, favorendo un carteggio con il figlioccio Iddu per stanarlo. Per l’interpretazione del superboss, Germano ha deciso di stare “alla larga da ogni fascinazione di personaggi ma anzi evidenziando le piccolezze, la loro estrema mediocrità e il tragicamente ridicolo che si portano dietro […] abbiamo la responsabilità di veicolare messaggi positivi” come ha rivelato in un’intervista all’Ansa.

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M – Il figlio del secolo e la sfida di Luca Marinelli

Il dilemma morale che sottende l’interpretazione di personaggi complessi è comune sia a Elio Germano sia a Luca Marinelli che, nella serie tv in otto episodi M – Il figlio del secolo ispirata al romanzo premio Strega di Scurati – prodotta da Sky Studios e da Lorenzo Mieli per The Apartment, in co-produzione con Pathé, Small Forward Productions -, ha vestito i panni di Benito Mussolini negli anni di ascesa al fascismo, dal 1919 al 1925. “È stato molto doloroso da antifascista convinto – ha detto all’ANSA Marinelli – perché da attore quando si affronta un personaggio si sospende il giudizio ma questa volta sospenderlo mi pesava, era faticoso avvicinarmi il più possibile a questa persona e al dolore che ha provocato”. In merito alla serie, prolungamento del suo romanzo come l’ha definita lui stesso, Antonio Scurati ha detto in conferenza stampa: “Quest’opera è una nuova forma mobilitante per far conoscere a tutti che tipo di seduzione potente era il fascismo e far provare la giusta ripulsa”.