Dalla Ville Lumière alla città eterna, il passo è breve. Soprattutto se sei Darren Star, creatore di Emily in Paris – uno dei diamanti grezzi del catalogo di Netflix – e, alla soglia della quarta stagione, hai raggiunto un vicolo cieco, meta di una vorticosa narrazione che si avviluppa su se stessa, trascinandosi in un loop di innegabile leggerezza, ma soprattutto di inevitabile monotonia.
Emily in Paris 4, l’ombra della monotonia oscura la leggerezza
Emily in Paris 5 e la scelta dell’Italia
Quando gli spettatori erano ancora avvolti dalla potente comfort zone, fatta di fashion, rom-com e telefonati imprevisti portata sul piccolo schermo dalla serie Emily in Paris, Netflix ha annunciato il rinnovo per la quinta stagione. Nuovi episodi che, visto il finale di stagione – in cui Sylvie decide di affidare a Emily la gestione della succursale romana dell’Agence Grateau -, fanno pensare ad uno sviluppo della serie nella capitale italiana, dove la protagonista ha trovato nuovamente l’amore tra le braccia dell’affascinante Marcello Muratori (interpretato da Eugenio Franceschini). Tuttavia, in virtù dei pilastri narrativi che hanno costituito la serie fino ad ora, la scelta di traslocare la produzione di Emily in Paris, dalla capitale francese alla città eterna, era pressoché inevitabile…
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Il finale di stagione di Emily in Paris 4
La quarta stagione di Emily in Paris ha riportato al centro della narrazione la social media manager di Chicago (ma adottata da Parigi): dopo il triangolo amoroso tra Gabriel, Emily e Alfie e quello tra Emily, Gabriele e Camille – che pensava di aspettare un bambino dallo chef -, la protagonista decide di prendere le distanze da tali dinamiche per rimettersi in gioco. Proprio nel momento in cui Emily è pronta a dedicarsi a se stessa, l’incontro con Marcello Muratori – erede di una nota azienda di maglieria italiana – apre le porte per una via di uscita. Infatti quello che sembrerebbe un breve weekend d’amore a Roma, si trasforma presto in un soggiorno a lungo termine dopo che Sylvie decide di affidare a Emily la gestione della sede romana dell’agenzia.
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L’Italia, la patria dei cliché
Nonostante non sia stata ancora confermato, le vacanze romane di Emily in Paris potrebbero durare più del previsto. Infatti l’intro dello spot Netflix, che recita “Nessun posto è come Roma“, potrebbe far pensare a un trasloco duraturo per la quinta stagione, il quale potrebbe rappresentare una boccata d’aria fresca per una serie che, alla soglia della quinta stagione, risente di una certa stanchezza.
La scelta di un cambio di location sarebbe da ricondurre alla completa saturazione dei cliché legati alla vita parigina, che hanno tenuto banco nelle prime stagioni. Dunque, per una serie che fonda la propria linea narrativa sui luoghi comuni, non c’era scelta migliore dell’Italia. Di fatto il Bel Paese – soprattutto a livello cinematografico – ha dato vita a un immaginario potente, fatto di piacere, Made in Italy, moda e romanticismo vecchia scuola. Un bacino creativo a cui la serie creata da Darren Star (padre di Sex and The City) ha dato prova di saper attingere con grande maestria e, dunque, perfetto per risollevare le esauste energie di Emily in Paris, oggi in Rome.