Gli animi si saranno anche placati, ma l’interesse suscitato dal dissing tra Tony Effe e Fedez, al momento, non sembra destinato a scemare. Nonostante i diretti interessati, dopo la richiesta di Chiara Ferragni e l’Allucinazione collettiva di Fedez, abbiano deciso di posare le armi restano alcuni interrogativi: tra chi si chiede se tra i due rapper ci sia davvero maretta e chi, invece, sostiene che si tratti solo di una strategia di marketing. A mettere fine alle elucubrazioni sul tema ci ha pensato Tony Effe che, in un’intervista a Vanity Fair, ha chiarito la genesi e le conseguenze del dissing.
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Tony Effe Fedez dissing verità allo scoperto
Dopo il successo di Chiara, la hit di Tony Effe che ha dato inizio allo scontro in musica con Fedez, il rapper ha voluto mettere fine alle insinuazioni, fornendo una vera e propria fenomenologia del dissing (una pratica tanto usata in America, quanto sconosciuta in Italia). “È solo musica. Il dissing è una cosa che si fa da sempre e che non si deve spiegare, altrimenti finisce il gioco. C’è chi sfrutta l’onda per i propri scopi, chi per divertirsi come me” ha esordito l’ex componente della Dark Polo Gang, sottolineando che le accuse pesanti (tra figli, famiglia, droghe ecc.) sono di rigore: “Le prese in giro e gli insulti fanno parte del gioco. Il dissing esiste da sempre, l’ultimo famoso è quello tra Kendrick Lamar e Drake. Forse in Italia la gente non lo capisce. È solo musica”.
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Tony Effe risponde alle accuse di misoginia
Al centro di un dibattito collaterale al dissing c’erano le accuse relative alla misoginia presente nei pezzi del rapper romano: di fatto nel brano in questione le donne sono descritte come “bitch”. “Non sono misogino, ci mancherebbe, io lavoro con le donne e le tratto benissimo. È solo musica e bisogna leggere quel verso nel contesto: è rap. Si usano quelle parole, quella forma. Si raccontano cose belle, cose brutte, si raccontano le donne in tutte le sfaccettature” ha risposto Tony Effe.
Inoltre ha sottolineato ulteriormente che il confezionamento del dissing risulta una pratica da seguire con religiose regole definita come “una battaglia a chi fa più male. Magari la gente che non conosce questa cultura non capisce”. Ma di fronte al progresso nei codici, in una società contemporanea molto distante da quella in cui è nato il rap, e all’ipotesi di un rap non misogino: “Può esistere ma non è il mio rap. Io poi faccio di tutto, anche pop. Sono bravo a fare tutti i tipi di musica, molto semplicemente“.
Il tour nei palazzetti del rapper, sognando gli stadi
Da quanto emerso nell’intervista rilasciata a Vanity Fair, per Tony Effe il dissing è stato il semplice frutto di “una giornata in studio”, uno di quei progetti economicamente fruttuosi che non non meritano però un’attenzione privilegiata. Di fatto, il rapper ha dichiarato di essere attualmente concentrato nel tour Icon che lo porterà il 5 ottobre al Palazzo dello sport a Roma e il 12 ottobre all’Unipol Forum di Milano: “Il momento più importante della mia carriera”.
Anche se il sogno più grande resta una data allo stadio Olimpico. Pertanto il dissing con Fedez sembra essere soltanto uno dei tanti progetti della carriera di un rapper, uno strumento per capitalizzare attenzione e denaro, suscitando scompiglio in un’Italia decisamente impreparato a questo genere di exploit.