Il vado di Pandora è stato finalmente aperto e la bufera spira più tempestosa che mai, aprendo un varco per quello che, per molti, è il sequel del movimento MeToo. L’attenzione del Vecchio continente nei confronti dell’America ha subìto brusca virata: se prima il focus erano le elezioni presidenziali, i differenti endorsement e gli attentati sventati, partire dal 16 settembre le orecchie hanno iniziato a famigliarizzare con il nome di uno dei magnati dell’hip hop, Sean “Diddy” Combs (il fu Puff Daddy).
Il rapper, celebre per i White Party organizzati alla presenza del più esclusivo jet set americano, è stato arrestato (a seguito di un’indagine iniziata a marzo 2024 iniziata dalle accuse di violenze dell’ex compagna Cassie Ventura) con una lunga sequela di capi di imputazione, alcuni risalenti addirittura agli anni Novanta: dall’associazione a delinquere allo sfruttamento sessuale attraverso frode o coercizione. Tuttavia l’arresto – con conseguente negazione della cauzione – è stato solo l’inizio di un caso mediatico destinato a mettere in luce “il segreto più oscuro dell’industria dell’intrattenimento americano”.
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Sean Combs caso accuse: 120 nuove vittime
A seguito dell’arresto di Sean “Diddy” Combs hanno iniziato a circolare numerosi rumors riguardo i lati oscuri della vita del rapper, che coinvolgono molte personalità di spicco – da Kim Kardashian a Leonardo DiCaprio, passando per Beyoncé, JayZ e Justin Bieber (fonti non confermate citano anche di membri della famiglia reale e ex presidenti) – che erano soliti partecipare ai celebri White Party. Dopo aver scoperto il vaso alle precedenti accuse si sono aggiunte altre 120 cause per violenza sessuale da parte di vittime che all’epoca avevano dai 9 ai 38 anni, che saranno presentate a New York, Los Angeles e Miami nelle prossime settimane. La maggior parte delle vittime ha affermato di essere stata drogata e che in diversi test antidroga è stato trovato del tranquillante per cavalli.
Come riportato da Variety, a Houston, si è tenuta una conferenza stampa in cui un gruppo di avvocati ha rivelato l’enorme quantità di cause in attesa di essere depositate a carico del fu Puff Daddy. “Il più grande segreto dell’industria dell’intrattenimento, che in realtà non era affatto un segreto, è stato finalmente rivelato al mondo”, ha dichiarato l’avvocato Tony Buzbee, secondo quanto riportato dal Washington Post. “Il muro del silenzio è stato infranto” hanno poi concluso.
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Sean Combs si dichiara innocente
A fronte delle numerose accuse e dei raccapriccianti dettagli circolati – che parlano di bottigliette di olio per bambini sequestrate alla casa del rapper e di freak off, veri e propri show di performance sessuali estreme in cui donne e uomini subivano i più vari abusi – Sean Combs si dichiara innocente. In una dichiarazione fornita a Variety, l’avvocato di Combs, Erica Wolff, ha dichiarato: “Come ha sottolineato il team legale del signor Combs, egli non può affrontare ogni accusa infondata in quello che è diventato un circo mediatico sconsiderato. Detto questo, il signor Combs nega categoricamente e con forza che sia falsa e diffamatoria qualsiasi affermazione secondo cui avrebbe abusato sessualmente di qualcuno, compresi i minori. Non vede l’ora di dimostrare la sua innocenza e di vendicarsi in tribunale, dove la verità sarà stabilita sulla base di prove, non di speculazioni”.
Freak off, il lato dark dei White party di Sean Combs
Tuttavia pare che il segreto di Pulcinella, che si ipotizza darà vita a un nuovo MeToo nel mondo della musica, sia stato svelato. Feste dai risvolti scabrosi che, secondo alcuni tabloid, si svolgevano parallelamente ai celebri White Party, ma che richiedevano un accesso privilegiato, e di cui tutti erano al corrente. Come ha rivelaro Tom Swoope, organizzatore di eventi che ha raccontato la sua esperienza diretta con un video sul suo canale Youtube, alle feste organizzate dal rapper erano presenti diversi livelli di accesso: si poteva dunque essere invitati ai White Party senza però avere il lasciapassare per i freak off, riservati con molta probabilità a una cerchia più ristretta.
L’indagine iniziata nel 2023
Nel 2023 Cassie Ventura, ex fidanzata di Sean Combs, lo aveva denunciato per violenze, dando di fatto inizio all’indagine che ha condotto fino ad oggi. Solo pochi mesi dopo le denunce la CNN ha pubblicato un video del 2016 in cui Combs aggredisce ferocemente la Ventura in un hotel di Los Angeles, che corrisponde ad alcune delle affermazioni fatte dalla donna nella sua causa. Il rapper si era poi scusato per il suo comportamento su Instagram, affermando di aver “toccato il fondo” e che il suo “comportamento in quel video è imperdonabile”.
A marzo 2024, le case di Sean Combs a Miami e Los Angeles sono state perquisite dalla Sicurezza Nazionale. Circostanza nel quale il rapper aveva gridato alla “caccia alle streghe”. Il mese scorso è stato arrestato a New York in seguito a un’accusa del Gran Giurì ed è stato accusato di tre capi d’imputazione: associazione a delinquere finalizzata al racket, traffico sessuale con la forza, la frode o la coercizione e trasporto per l’esercizio della prostituzione. È stato trattenuto senza cauzione e gli è stato negato l’appello dopo che il giudice lo ha ritenuto una minaccia per la società e un rischio di fuga. L’accusa, che si allinea a molte delle denunce presentate contro di lui nelle azioni legali che ha affrontato di recente, sostiene che ha mostrato un “modello persistente e pervasivo di abuso nei confronti di donne e altri individui”. Secondo l’accusa, lui e i suoi soci avrebbero minacciato e costretto le vittime a partecipare a eventi sessuali della durata di un giorno, definiti freak off, e avrebbero assunto lavoratrici del sesso trasportate oltre i confini dello Stato o a livello internazionale.
Le perquisizioni nelle sue case a marzo hanno portato alla luce materiale per i freak off, tra cui droghe e più di 1.000 bottiglie di olio per bambini e altri lubrificanti. Combs è stato accusato di filmare i freak off come “garanzia” contro le vittime e di usarli per mantenere il loro silenzio. Attualmente il rapper è in carcere da quasi due settimane, ma i suoi legali hanno presentato un ricorso contro la decisione di negare la cauzione, che richiederà circa tre settimane di tempo per essere deliberato. Il rapper e producer potrebbe rischiare dai 15 anni all’ergastolo.