Carmelo Miano, nato a Gela e residente a Roma, è apparentemente il classico ragazzo di 23 anni di grande successo professionale. Si laurea in ingegneria informatica e ha una carriera promettente presso una nota società di consulenza, specializzata in cybersecurity. Nessuno immaginava cosa si nascondesse dietro la sua personalità.
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Carmelo Milano: storia di un hacker dalle infinite accuse
La scorsa settimana l’hacker siciliano è stato arrestato a Roma con l’accusa di aver violato i server di importanti istituzioni italiane. Non sarebbe però il primo attacco di cui è responsabile. Nel corso delle indagini è infatti emerso che Miano avrebbe iniziato la sua carriera di cybercriminale per monitorare alcune indagini che lo accusavano di truffa. Dal 2021 in poi ha violato i sistemi della Guardia di Finanza, sfruttando la rete satellitare, della compagnia telefonica TIM, sottraendo le credenziali a un dipendente, per arrivare infine al Ministero di Giustizia.
Miano sarebbe talmente abile che Nicola Gratteri, il capo procuratore di Napoli, ha smesso di scambiare email con i magistrati e sarebbe “tornato alla carta” perché l’hacker aveva accesso alle conversazioni di chi indagava su di lui.
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L’errore che lo avrebbe incastrato e l’arresto
Sarebbe stato un piccolo errore come l’accesso a un sito pornografico a incastrarlo e lo testimoniano le registrazioni delle microtelecamere piazzate negli ultimi mesi dalla polizia nella sua abitazione. Durante l’interrogatorio, Miano ha ammesso le sue responsabilità, fornendo dettagli utili agli inquirenti, che stanno ancora cercando di capire l’utilizzo dei dati rubati.
Dalle indagini condotte dalla Polizia Postale di Roma e dalla Procura di Napoli, si sospetta che i dati rubati potrebbero essere stati venduti su Russian Market, il portale più utilizzato del dark web. Ora Miano si trova in isolamento a Regina Coeli e se tutte le accuse verranno confermate potrebbe rischiare fino a 30 anni di reclusione.
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