L’attore Stanley Tucci, famoso per ruoli iconici come quello accanto a Meryl Streep ne “Il diavolo veste Prada”, torna sotto i riflettori con l’uscita del suo nuovo libro “What I Ate in One Year”. Scritto in forma di diario, racconta della sua passione per la cucina e l’amore per la famiglia ma si sofferma anche sulla dura battaglia contro un tumore che gli ha profondamente cambiato la vita.
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La scoperta della malattia
Nel libro Stanley Tucci racconta: “Tutto cominciò un giorno del 2017 con un dolore alla mascella” ha raccontato l’attore. “Dolore non era la parola giusta. E poi iniziò nella mia gola. Ci vollero due anni prima che trovassero un tumore alla base della lingua”. Poi aggiunge: “Pensavo di avere fame ma il sapore in bocca era così orribile. Ero così debole. Salire le scale era uno sforzo supremo. Poi, alla fine, lentamente, lentamente, guarisci”. Nonostante la diagnosi fosse già avanzata, Tucci si è sottoposto a trattamenti aggressivi, tra cui radioterapia e chemioterapia. Inizialmente restio a questi trattamenti, l’attore ha confessato che è stata la moglie Felicity Blunt a convincerlo a seguire le cure tradizionali. Durante il percorso di cure, Stanley racconta che, mentre era alimentato tramite un sondino, guardava programmi di cucina, temendo che i trattamenti potessero togliergli per sempre la capacità di gustare il cibo.
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La passione per il cibo
Il libro, la cui uscita è prevista per il 15 ottobre, offre ai lettori un viaggio intimo attraverso la vita dell’attore ma uno spazio particolare è riservato al suo amore per il cibo. Il libro celebra non solo le ricette della sua infanzia e i piatti che ama, ma anche le persone che hanno condiviso con lui questi momenti, comprese anche diverse celebrità. L’attore confessa a cosa pensa quando mangia: “Assaggi una cosa e ti chiedi: “cos’è? Perché c’è quella spezia?” Poi scopri che è perché questo posto si trovava sulla rotta del blah blah blah e che queste persone commerciavano quella spezia 600 anni fa… Sono affascinato da questo, non penso ad altro“. Per Tucci, dunque, il cibo è più di un semplice nutrimento: è un modo per connettersi con gli altri, attraverso la cultura e la storia.
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