Nel corso della visita di Stato del monarca britannico e della consorte in Australia, si sono verificati eventi clamorosi e polemici, culminati in una contestazione aperta da parte di una senatrice aborigena. Mentre il sovrano stava concludendo il suo discorso al Parlamento australiano, la senatrice ha interrotto l’evento gridando: “Questo non è il tuo Paese. Dateci un trattato”. La sua protesta ha sollevato un acceso dibattito sulla questione della sovranità e dei diritti dei popoli indigeni australiani.
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Restituiteci la nostra terra
Nel suo discorso, Re Carlo ha cercato di mostrare una connessione con le comunità indigene, facendo riferimento agli insegnamenti ricevuti da queste. Tuttavia, le sue parole non sono state sufficienti per placare il malcontento di chi, come la senatrice Lidia Thorpe, accusa la Corona britannica di genocidio e colonizzazione. La senatrice ha affermato: “Avete commesso un genocidio contro il nostro popolo. Restituiteci la nostra terra. Restituiteci ciò che ci avete rubato: le nostre ossa, i nostri teschi, i nostri bambini, la nostra gente”. Questo appello diretto ha riacceso il dibattito sulla necessità di un trattato formale tra il governo australiano e i popoli delle Prime Nazioni.
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L’eredità dolorosa della colonizzazione australiana e il crescente scetticismo verso la monarchia
La storia della colonizzazione australiana è caratterizzata da eventi drammatici. L’Australia, conquistata dagli esploratori britannici nel XVII secolo, ha visto la propria popolazione indigena subire violenze e spoliazioni. La senatrice Thorpe ha evidenziato: “non abbiamo mai ceduto la nostra sovranità su questa terra“, sottolineando la necessità di un riconoscimento formale da parte dello Stato australiano. Il fatto che i leader di governo degli stati australiani abbiano disertato l’incontro con la famiglia reale evidenzia il crescente scetticismo nei confronti della monarchia.
Re Carlo e la risposta del Governo australiano
Nonostante l’incidente, Re Carlo ha continuato il suo discorso rivolgendosi al primo ministro Anthony Albanese, parlando a bassa voce. Albanese, da parte sua, ha espresso il suo rispetto per le comunità indigene e la loro storia, ma ha anche sottolineato l’importanza della monarchia come simbolo di unità nazionale. La reazione del governo alle proteste evidenzia un delicato equilibrio tra tradizione e cambiamento, con l’opinione pubblica sempre più propensa a chiedere una repubblica.
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Verso un bivio: il futuro della monarchia e dei diritti indigeni in Australia
La visita di Re Carlo in Australia ha messo in luce tensioni storiche e culturali mai risolte. La richiesta di un trattato da parte di Lidia Thorpe e le contestazioni generali suggeriscono un cambio di paradigma nella percezione della monarchia. Con il crescente supporto per una repubblica e un riconoscimento più profondo dei diritti dei popoli indigeni, l’Australia si trova a un bivio. La strada verso un futuro in cui tutti gli australiani possano sentirsi rappresentati e rispettati è ancora lunga e piena di sfide.