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Il dibattito

Perché attori e musicisti hanno scritto una nuova lettera contro l’Intelligenza Artificiale

Un gruppo numeroso di esponenti del cinema, della musica e dello spettacolo hanno firmato una lettera in cui riportano al centro dell’attenzione le gravi conseguenze dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale

di Sara Radegonda | 23 Ottobre 2024
Foto: IPA

Il dibattito sull’Intelligenza Artificiale nel mondo dell’audiovisivo torna centrale. Dopo essere stata al fulcro dello sciopero degli attori e sceneggiatori di Hollywood che ha caratterizzato il 2023 (con una recente ondata di proteste da parte del settore del gaming), a riaccendere un riflettore sulla questione relativa all’utilizzo dell’AI è una nuova lettera scritta da attori, musicisti e componenti dello showbusiness, in cui affermano che l’uso della loro proprietà intellettuale senza autorizzazione costituisce una violazione del diritto d’autore.

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Secondo quanto riportato da The Guardian, una lunga lista di nomi del cinema, della musica e della letteratura – secondo ANSA si tratterebbe di circa 6500 firme – hanno firmato una lettera rivolta alle società di AI in cui si sottolinea che l’uso senza licenza del loro lavoro è una “grave e ingiusta minaccia” per il sostentamento degli artisti. Tra i firmatari appaiono anche nomi come l’attrice Julianne Moore, Kevin Bacon, Rosario Dawson e il premio Oscar F. Murray Abraham, Björn Ulvaeus degli Abba, il cantante dei Radiohead Thom Yorke, lo scrittore giapponese Kazuo Ishiguro, la scrittrice statunitense Ann PatchettRobert Smith dei Cure e il compositore Max Richter

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Le ragioni della lettera contro le società di AI

Nella dichiarazione si legge: “Molte aziende di intelligenza artificiale generativa si allenano sul lavoro dei creatori senza una licenza per farlo: questo è un grosso problema per molti artisti, musicisti, attori, autori e altri creatori il cui lavoro è sfruttato da società di intelligenza artificiale. Questo è un momento critico per i creatori di tutto il mondo: negli Stati Uniti ci sono più cause continue che sono state introdotte a causa di un training senza licenza; nel Regno Unito il governo ha affermato che vorrebbe cambiare la legge sul copyright e consentire alle società di intelligenza artificiale di formarsi sul lavoro protetto da copyright senza dover richiedere un’autorizzazione. Pensiamo che sia importante ascoltare direttamente dai creatori il cui lavoro viene sfruttato”.

Una lettera che si unisce all’album, sempre più ricco, di personalità dello spettacolo che si sono scagliate duramente contro lo sfruttamento – senza consenso – della loro proprietà intellettuale. Da Tom Hacks che ha denunciato l’uso della sua immagine creata con l’AI e usata in uno spot pubblicitario a Scarlett Johansson, che ha minacciato un’azione legale contro OpenAI, accusando l’azienda di aver copiato la sua voce, sono sempre più numerosi i casi che portano nutrimento al dibattito sulla necessità di una regolamentazione a riguardo.