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l'allievo supera il maestro

The Substance: il body horror che riporta in vita i capolavori di Kubrick, Cronenberg & Co.

L’ultimo capolavoro di Coralie Fargeat è un viaggio disturbante tra carne e cinema cult: scopri tutti gli omaggi visivi ai maestri che svelano il lato oscuro del corpo e della celebrità.

di Redazione Rumors.it | 4 Novembre 2024
Foto Di Maxpoto dal film The Substance

The Substance di Coralie Fargeat, al cinema dal 30 ottobre, si candida come uno dei body horror più sorprendenti dell’anno, grazie a un raffinato gioco di citazioni. Il film è un viaggio allucinato che omaggia i grandi maestri del genere, portando sullo schermo un mondo di carne, sangue e deformazioni. Ecco i principali riferimenti cinematografici in The Substance, scena dopo scena.

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Il primo omaggio: Shining di Stanley Kubrick

Il corridoio color carne e rosso decomposizione è un chiaro tributo a Shining. Fargeat riprende l’estetica claustrofobica e i modelli geometrici del capolavoro di Kubrick: come il tappeto dell’Overlook Hotel, qui i tappeti rettangolari riflettono la dualità tra Elisabeth e Sue, in un contesto che suggerisce perfezione apparente e caos sottostante.

Foto: collage dal film The Substance e Shining

Alien e la scena del “backbursting”

Il parassitismo è un altro tema centrale: come in Alien: Covenant, la scena della nascita di Sue dalla schiena di Elisabeth richiama il “backbursting” dell’alieno, simbolo di un’invasione corporale che trasforma il corpo in prigione. Fargeat denuncia così l’invasività della medicina estetica.

Foto: collage dal film The Substance e Alien

La seduzione di Videodrome

L’inquadratura ravvicinata delle labbra di Sue che pronuncia il suo nome è un omaggio a Videodrome di Cronenberg, dove il fascino ambiguo dei media inghiotte i personaggi. Qui, Sue incarna l’attrazione per il culto dell’immagine e il potere deformante della televisione.

Foto: collage dal film di The Substance e Videodrome

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The Elephant Man: la “mostruosa” società

Elisabeth è modellata sulla figura tragica di John Merrick in The Elephant Man di David Lynch. Entrambi i personaggi subiscono l’umiliazione pubblica, diventando simboli della vanità crudele della cultura dello spettacolo e di un accettarsi disumanizzante.

Foto: collage dal film The Substance e The Elephant Man

Carrie: vendetta e sangue

La scena finale, in cui ElisabethSue è ricoperta di sangue, evoca l’iconico finale di Carrie, capolavoro di Brian De Palma, esplorando l’umiliazione e la rabbia che si tramutano in liberazione. Entrambe le protagoniste sfidano il limite tra identità e asservimento sociale.

Il cigno nero e l’ascesa finale

La trasformazione di Elisabeth richiama la tragica ascesa di Nina in Il cigno nero. Come per Aronofsky, l’ossessione per la perfezione in The Substance si trasforma in orrore; la rovina fisica di Elisabeth è applaudita, ricordando il sacrificio dell’identità sull’altare dell’arte.

Foto: dal film Il Cigno Nero

Oltre l’apparenza: un viaggio tra identità e limiti corporei

The Substance è molto più di un horror: è una profonda riflessione sui confini del corpo e dell’identità, dove ogni riferimento cinematografico diventa un tassello di un’opera inquietante e ambiziosa.

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