The Substance di Coralie Fargeat, al cinema dal 30 ottobre, si candida come uno dei body horror più sorprendenti dell’anno, grazie a un raffinato gioco di citazioni. Il film è un viaggio allucinato che omaggia i grandi maestri del genere, portando sullo schermo un mondo di carne, sangue e deformazioni. Ecco i principali riferimenti cinematografici in The Substance, scena dopo scena.
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Il primo omaggio: Shining di Stanley Kubrick
Il corridoio color carne e rosso decomposizione è un chiaro tributo a Shining. Fargeat riprende l’estetica claustrofobica e i modelli geometrici del capolavoro di Kubrick: come il tappeto dell’Overlook Hotel, qui i tappeti rettangolari riflettono la dualità tra Elisabeth e Sue, in un contesto che suggerisce perfezione apparente e caos sottostante.
Alien e la scena del “backbursting”
Il parassitismo è un altro tema centrale: come in Alien: Covenant, la scena della nascita di Sue dalla schiena di Elisabeth richiama il “backbursting” dell’alieno, simbolo di un’invasione corporale che trasforma il corpo in prigione. Fargeat denuncia così l’invasività della medicina estetica.
La seduzione di Videodrome
L’inquadratura ravvicinata delle labbra di Sue che pronuncia il suo nome è un omaggio a Videodrome di Cronenberg, dove il fascino ambiguo dei media inghiotte i personaggi. Qui, Sue incarna l’attrazione per il culto dell’immagine e il potere deformante della televisione.
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The Elephant Man: la “mostruosa” società
Elisabeth è modellata sulla figura tragica di John Merrick in The Elephant Man di David Lynch. Entrambi i personaggi subiscono l’umiliazione pubblica, diventando simboli della vanità crudele della cultura dello spettacolo e di un accettarsi disumanizzante.
Carrie: vendetta e sangue
La scena finale, in cui ElisabethSue è ricoperta di sangue, evoca l’iconico finale di Carrie, capolavoro di Brian De Palma, esplorando l’umiliazione e la rabbia che si tramutano in liberazione. Entrambe le protagoniste sfidano il limite tra identità e asservimento sociale.
the substance (2024) last minutes also felt like a “bigger” and nastier version of hello mary lou: prom night 2 (1987) carrie-coded final act pic.twitter.com/OfxqQVPckD
— ٰ (@slasherbaddies) November 4, 2024
Il cigno nero e l’ascesa finale
La trasformazione di Elisabeth richiama la tragica ascesa di Nina in Il cigno nero. Come per Aronofsky, l’ossessione per la perfezione in The Substance si trasforma in orrore; la rovina fisica di Elisabeth è applaudita, ricordando il sacrificio dell’identità sull’altare dell’arte.
Oltre l’apparenza: un viaggio tra identità e limiti corporei
The Substance è molto più di un horror: è una profonda riflessione sui confini del corpo e dell’identità, dove ogni riferimento cinematografico diventa un tassello di un’opera inquietante e ambiziosa.
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