Nel suo intervento al podcast “Stasera c’è Cattelan – Supernova”, Giuseppe Cruciani racconta di ricevere quotidianamente minacce di morte sui social, ma con una tranquillità sorprendente. Interrogato da Alessandro Cattelan su come affronti l’odio online, Cruciani risponde con un approccio ironico e pacato: “Love, love, love!” – esattamente come ha fatto Matteo Salvini, ma “lo dicevo prima di Salvini”, chiarisce il conduttore de La Zanzara. Nonostante la natura aggressiva dei messaggi, Cruciani sa come tenere la situazione sotto controllo senza lasciarsi travolgere dalla rabbia, dimostrando come l’ironia possa essere una risposta più potente della stessa aggressività.
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Giuseppe Cruciani: carne di cane e una notte da ricordare ai mondiali del 2002
Non solo provocazioni sui social per Giuseppe Cruciani, ma anche episodi bizzarri legati alla sua carriera giornalistica. Nel 2002, durante i Mondiali di calcio in Giappone e Corea, Cruciani fu inviato per seguire gli eventi, ma si trovò coinvolto in un’esperienza gastronomica piuttosto particolare: mangiare carne di cane. “Un’esperienza drammatica ma bella”, la definisce, quasi a voler dare valore anche a ciò che potrebbe sembrare strano o sconvolgente. Tuttavia, l’aneddoto più sorprendente riguarda la sua mancata intervista all’arbitro Moreno, che eliminò l’Italia dalla competizione. Cruciani rivela di aver perso quell’occasione per inseguire una donna, una “mezza americana e mezza coreana” che lo aveva rapito, facendogli dimenticare il lavoro.
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La protesta in Italia: libertà sì, ma senza intralciare gli altri
Quando si parla di proteste, Cruciani esprime una posizione chiara: la protesta è legittima, ma non deve mai ostacolare la libertà degli altri. “Non siamo in Russia, protesta come vuoi, ma basta blocchi stradali”, afferma con fermezza, criticando le azioni degli ambientalisti che bloccano le autostrade italiane. Secondo Cruciani, questo tipo di protesta è irrispettosa per chi, quotidianamente, deve spostarsi per lavorare. Il conduttore ritiene che le proteste possano essere fatte in tanti modi, ma senza danneggiare chi non ha nulla a che fare con le cause portate avanti. “In Italia si può dire tutto, basta non rompere le scatole a chi lavora”, conclude.
Il punto di vista di Cruciani sull’Italia e la libertà di espressione
Cruciani fa anche una riflessione sulla libertà di espressione in Italia, sottolineando come, a differenza di altri Paesi, nel nostro Stato le persone possano manifestare senza paura di repressione. Per lui, le proteste non devono trasformarsi in un’arma di disturbo per chi non ha nulla a che fare con le rivendicazioni. È convinto che, nonostante i commenti dei media e dei giornalisti, la maggior parte degli italiani concordi su questo punto: la libertà di protesta deve essere esercitata senza interferire con la vita quotidiana di chi lavora o vive in maniera ordinata.