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Momenti di terrore

Roby Facchinetti rompe il silenzio sulla rapina nella villa: “Pistola puntata al collo per 45 minuti”

Il frontman dei Pooh racconta per la prima volta l’incubo vissuto durante la rapina armata subita nel 2023

di Lucrezia Deho' | 11 Novembre 2024
foto: instagram @robyfacchinetti

Dopo quasi due anni di silenzio, Roby Facchinetti ha raccontato per la prima volta la terribile esperienza vissuta nella sua villa a Bergamo il 29 gennaio 2023, quando una banda di rapinatori armati ha fatto irruzione nella sua abitazione, terrorizzando lui e la sua famiglia. Il tastierista dei Pooh ha scelto di aprirsi in una lunga intervista al “Corriere della Sera”, ripercorrendo con dettagli agghiaccianti quei drammatici momenti.

L’irruzione nella villa e il terrore iniziale

Roby Facchinetti ha raccontato che la rapina alla villa è avvenuta poco prima delle 21: “Era una banda organizzatissima. In quattro sono entrati, mentre due sono rimasti all’esterno in contatto tramite radioline”. Il cantante si trovava nel suo studio in mansarda, in attesa di una videochiamata con i membri dei Pooh, quando i banditi, passando dall’appartamento del figlio Roberto e di sua moglie, lo hanno raggiunto. “Uno di loro sembrava Schwarzenegger, un energumeno con l’accento dell’Est. Per 45 minuti mi ha tenuto la pistola puntata al collo” ha rivelato Facchinetti, aggiungendo che l’uomo voleva obbligarlo a condurlo dalla figlia Giulia, che abitava nella casa adiacente.

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Il malore della moglie e le minacce ai familiari

Roby Facchinetti ha vissuto quei minuti come un incubo: “In preda al panico, lo prendevo a pedate, senza pensare alle conseguenze”. Durante la rapina, sua moglie Giovanna ha avuto un collasso, svenendo a terra. In quei terribili minuti, la banda di rapinatori si è mostrata spietata, tanto che uno di loro, rivolgendosi al complice, ha chiesto: “Cosa faccio con lui? Gli sparo alle gambe?“. Facchinetti, poi, ha cercato di convincere i criminali a non recarsi dalla figlia Giulia, sapendo che lì si trovavano anche i suoi nipotini piccoli. Ha implorato i rapinatori dicendo: “Vi abbiamo già dato tutto, anche i gioielli di mia moglie e i ricordi di famiglia.” La banda ha risposto in tono beffardo: “Questa è solo una mancia, ormai casa tua è diventata casa nostra”.

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Il caso viene archiviato ma il dolore persiste

La banda è fuggita senza lasciare tracce, complice l’assenza di telecamere di sicurezza nella zona. A distanza di quasi due anni, non è stato possibile identificare i responsabili, portando la procura di Bergamo a richiedere l’archiviazione del caso. Il cantante ha espresso l’amarezza di questo epilogo, rivelando come l’esperienza abbia lasciato segni profondi: “Il terrore è una bestia che ti entra dentro e non se ne va più. Non è come la paura; il terrore ti accompagna sempre. Neppure ora mi ha lasciato“.

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