Tra elezioni americane estinte e programmi di ritorno sul piccolo schermo – che, lungi dall’essere anni luce distante dal faro dell’innovazione, ha saturato la nostalgia arrendendosi allo stantio -, l’ultimo baluardo di conversazione privilegio della generalista restano i grandi eventi. Anzi sarebbe più coerente rinunciare al plurale: all’unico evento presente sul palinsesto italiano, che è il Festival di Sanremo 2025. Un momento televisivo ancora in grado di suscitare interesse in un pubblico esule e distratto, anche se la dipartita di Amadeus e il ritorno di Carlo Conti alla direzione artistica ha fatto tentennare anche questa certezza. Infatti, a pochi mesi dal fatidico 11 febbraio – quando la macchina sanremese avvierà i motori -, neanche Alessandro Cattelan è riuscito a suscitare un brio.
Tutti i ruoli di Cattelan al Festival di Sanremo 2025
Cattelan Sanremo 2025: sarà co-conduttore della finale
Da sempre in mezzo ai toto nomi (sì proprio come il prezzemolo è il caso di dirlo) che da anni si avvicendano intorno alle figure di conduzione e non del Festival di Sanremo, quest’anno la conversazione intorno a Alessandro Cattelan è finalmente legittima. Nessuna illazione o ipotesi, perché dopo aver ottenuto la conduzione di Sanremo Giovani – in onda dal 12 novembre al 10 dicembre, in seconda serata su Rai 2 (la fascia di cui è principe indiscusso anche se spodestato) -, Cattelan sarà al fianco di Carlo Conti nella serata finale (il 14 febbraio) in qualità di co-conduttore, come annunciato durante la conferenza stampa di Sanremo Giovani. Un ruolo di prestigio, ma vissuto con lucidità: “Non la vivo come una promozione. La vivo come una proposta bella, interessante che faccio con grandissima gioia, grande carica e grande gratitudine nei confronti di Carlo (Conti ndr) ma è una parte del lavoro. Non è un avvicinamento a, non è una crescita, non è una promozione” ha detto il conduttore a Adnkronos, dopo la perdita del posto nel palinsesto di Rai2.
Festival di Sanremo 2025: confermata la clausola “Anti Fazio”
Altroché Supernova
Di fatto il pensiero di Alessandro Cattelan in merito al ruolo da co-conduttore – visto non come una promozione, ma come un’opportunità – intende far riferimento all’assenza del suo E poi c’è Cattelan su Rai 2 dai palinsesti Rai. Dopo la dipartita da Sky, il suo storico talk show notturno – nato sulla falsa riga degli americani Letterman, Kimmel e Co. – E Poi C’è Cattelan aveva trovato una nuova casa (e forma) in Rai, regalando al palinsesto della generalista un programma nuovo, dinamico e suo modo innovativo. Tuttavia alla presentazione dei palinsesti Rai 2024-2025, l’assenza di Cattelan aveva fatto non poco rumore, spostando però l’attenzione a un suo possibile coinvolgimento in qualcosa di grande, come il Festival di Sanremo.
Sanremo 2025, il nuovo regolamento firmato Carlo Conti: ecco cosa cambia
Supernova, il sogno di libertà di Cattelan
E così è stato, anche se il conduttore ha deciso di non abbandonare del tutto il format, traslandolo – in perfetta ottica trans mediale – nel podcast Supernova (l’ennesimo di cui, diciamo la verità, non sentivamo proprio il bisogno). L’unico contenitore rimasto a Cattelan per fare Cattelan – quindi godere di quella libertà creativa che lo ha da sempre distinto dagli altri -, prima di immergersi nella grande e rigida macchina di Sanremo. Di fatto, Alessandro Cattelan sembra aver compreso la deriva della generalista (soprattutto in fatto di interviste), virando verso il far west dei podcast, ma prendendo al volo l’opportunità Sanremo probabilmente per lo status professionale.
In fin dei conti, più che chiedere a Cattelan come vive questo nuovo ruolo di co-conduttore sarebbe più sensato chiedergli se, allo stato attuale delle cose, ambisce ancora alla gloria del piccolo schermo oppure se il miraggio Pippo Baudo è ormai vecchia storia.