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Martin Scorsese, 82 anni di cinema e passione: il regista che non vuole fermarsi

Il regista di Little Italy compie 82 anni: celebriamo una carriera iconica che, tra capolavori e nuove sfide, continua a reinventare il cinema con inesauribile passione.

di Redazione Rumors.it | 17 Novembre 2024
Foto: Ufficio Stampa Museo Nazione del Cinema (Torino)

Una domenica speciale per i cinefili: oggi, 17 novembre 2024, Martin Scorsese compie 82 anni. Alla soglia di un’età in cui la maggior parte dei suoi colleghi si è ritirata, il regista italoamericano ha dichiarato senza esitazioni che non intende “dire arrivederci al cinema”. Con un fervore instancabile, Scorsese non solo ha dato vita a capolavori inestimabili, ma continua a esplorare il cinema come linguaggio espressivo in costante trasformazione. La sua carriera è una lunga e vibrante dichiarazione d’amore per la settima arte, una passione nata nelle strade di New York e alimentata dalle mille sfumature del cinema italiano e giapponese, in particolare dai capolavori di Akira Kurosawa.

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Dal quartiere di Little Italy al red carpet di Hollywood

Scorsese è nato il 17 novembre 1942 a New York, nel cuore di Little Italy, un ambiente intriso di cultura italoamericana. Soffrendo di asma fin da bambino, il piccolo Martin si è ritrovato spesso confinato in casa, lontano dai giochi di strada. Questo isolamento, però, ha trovato una via di fuga grazie al cinema: i film diventano per lui un mondo di scoperta e significato, una porta aperta su realtà diverse. “Guardare film mi ha cambiato la vita. Non avevamo libri in casa, ma vedevo tantissimi film, soprattutto stranieri”, ha raccontato il regista, ricordando come proprio il cinema italiano, insieme ai lavori di Kurosawa, sia stato una scuola di vita per lui.

Dopo aver studiato cinema alla New York University, Scorsese iniziò a distinguersi con cortometraggi e film a basso budget, fino a conquistare Hollywood con una cifra stilistica unica. Il suo approccio realistico e viscerale non tardò a imporsi, soprattutto con Mean Streets (1973), in cui iniziò la sua lunga collaborazione con Robert De Niro. Da lì in poi, il nome di Scorsese sarebbe diventato sinonimo di innovazione, profondità e storie cariche di umanità.

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Taxi Driver: l’Inquietudine della solitudine urbana

Uno dei film più iconici di Scorsese, Taxi Driver, rappresenta perfettamente la sua visione della realtà. Uscito nel 1976, vede Robert De Niro nel ruolo di Travis Bickle, un reduce della guerra del Vietnam che guida un taxi notturno per le strade di una New York caotica e degradata. Taxi Driver è una rappresentazione oscura e potente dell’alienazione, e con scene come il famoso monologo allo specchio, “You talkin’ to me?”, Travis è diventato simbolo della violenza e della disperazione che si celano nel cuore delle metropoli moderne. Questo capolavoro consacrò Scorsese come un regista capace di esplorare con crudezza i lati più oscuri della società e dell’animo umano.

Quei Bravi Ragazzi: il fascino e il dramma della mafia

Nel 1990, Scorsese raccontò la vita di Henry Hill, un giovane che sogna di diventare un gangster, in Quei bravi ragazzi. Basato su una storia vera, questo film è un ritratto lucido e spietato della mafia, una realtà che Scorsese conosce bene grazie alle storie ascoltate nella sua infanzia a Little Italy. La pellicola, interpretata da un cast stellare con Ray Liotta, Joe Pesci e De Niro, mostra come il crimine possa affascinare e distruggere. Joe Pesci, con la sua interpretazione elettrizzante, ha reso celebre la scena del “Do I amuse you?”, un momento che racchiude perfettamente la violenza improvvisa e inesorabile del mondo criminale.

Quando gli è stato chiesto se la sua rappresentazione della violenza lo renda un “cattivo maestro”, Scorsese ha risposto senza esitazioni: “La violenza fa parte di quello che siamo, faceva parte della mia storia, del mio crescere in strada”. Il suo obiettivo non è mai stato glorificare il crimine, ma mostrarlo con onestà, catturandone sia il fascino che la devastazione.

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Killers of the Flower Moon: una passione che non si ferma

Anche alla soglia degli 82 anni, Scorsese continua a stupire con Killers of the Flower Moon, un film che racconta la tragica storia degli omicidi degli Osage, una comunità di nativi americani nell’Oklahoma degli anni ’20. Per questo progetto, Scorsese ha unito due dei suoi attori simbolo, Leonardo DiCaprio e Robert De Niro, in un’epica riflessione sul razzismo e la corruzione. Nonostante l’avanzare dell’età, il regista ha dichiarato di avere ancora tanto da raccontare e spera che Dio gli dia “la forza e anche i soldi per farlo”.

Il cinema: un’arte che non può morire

Per Scorsese, il cinema è “più vivo che mai”, anche nell’era digitale e dei social media come TikTok. “Il cinema non è mai morto, si sta solo trasformando. Quando ero piccolo io l’unico modo di fruirlo era la sala, o la tv. Oggi la tecnologia cambia rapidamente e l’unico modo per farcela è avere una voce originale, che può esprimersi in 4 ore di film, in una serie o in un video di TikTok”. Scorsese è convinto che tutte le forme di comunicazione, incluse quelle digitali, abbiano il potenziale per esprimere qualcosa di significativo, tanto che proprio sua figlia lo ha introdotto a TikTok.

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Martin Scorsese dimostra di saper essere ancora oggi, alla sua età, un maestro del cinema, un visionario che sa reinventarsi senza perdere autenticità. Nonostante abbia già lasciato un segno indelebile nella storia del cinema, la sua voglia di raccontare nuove storie non si è mai spenta. Con passione, dedizione e uno sguardo sempre rivolto al futuro, Scorsese continua a illuminare la scena cinematografica e a ispirare chiunque sogni di fare cinema.

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