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difficoltà dietro le quinte

Robbie Williams svela il lato oscuro delle boyband: la “disforia”

Il cantante racconta il peso del successo nelle boyband anni ’90: tra pressioni, dipendenze e il lato nascosto della fama

di Francesca Picone | 18 Novembre 2024
Foto: IPA, ph. Michal Augustini/Shutterstock

Robbie Williams Robbie Williams racconta il lato oscuro delle boyband, accendendo un dibattito sul costo psicologico del successo, commentando il documentario della BBC Boybands Forever. Il film esplora l’ascesa fulminea e le difficoltà vissute dai membri delle boyband degli anni Novanta, offrendo un ritratto crudo del loro impatto mentale.

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La riflessione di Robbie Williams sulla droga e il successo

Attraverso un post su Instagram, Williams ha risposto alle dichiarazioni di Nigel Martin Smith, ex manager dei Take That, che lo aveva definito “furbo” nell’attribuire il suo uso di droghe alla pressione della vita in una boyband. “Il mio consumo di droga non è mai stata colpa tua”, ha scritto la popstar.

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Williams ha spiegato che la sua tendenza all’automedicazione non era una conseguenza diretta dell’essere un membro dei Take That, ma una risposta alla “centrifuga mediatica” e alla ricchezza improvvisa. “Fa parte della mia natura, e avrei avuto gli stessi problemi anche in altre circostanze, magari come tassista.”

robbie williams
Foto: Instagram @robbiewilliams

La “disforia da boyband”: un ciclo di successo e crollo psicologico

Robbie Williams ha sottolineato come esista uno schema ricorrente tra i giovani membri delle boyband: “Entrano in una band, diventano enormi, si ammalano.” Questo ciclo, che lui definisce disforia da boyband, comporta depressione, ansia e comportamenti impulsivi, lasciando spesso cicatrici profonde.

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Questa condizione ha colpito anche gli altri membri dei Take That. Howard Donald ha lottato con tendenze suicide, Mark Owen con la dipendenza da droghe, Gary Barlow con la bulimia, mentre Jason Orange ha abbandonato del tutto il gruppo per il dolore emotivo.

Celebrità e salute mentale: una sfida anche oggi

Il fenomeno della “disforia” non è confinato agli anni Novanta. Anche oggi, artisti come Shawn Mendes e il giovane Sangiovanni hanno affrontato pubblicamente i problemi legati al successo precoce. Robbie Williams, che ha fatto parte dei Take That tra i 16 e i 21 anni, rappresenta una voce potente in questa riflessione, offrendo un esempio di come affrontare il peso della celebrità.

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