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Outer Banks 4: il finale e il dilemma degli spoiler

Del finale della quarta stagione di “Outer Banks” – il mix contemporaneo e surreale tra “I Goonies” e Peter Pan firmato Netflix – si è parlato tanto (forse troppo) ancor prima che la seconda parte arrivasse sulla piattaforma, plasmando un’esperienza tutt’altro che piacevole…

di Sara Radegonda | 21 Novembre 2024
Foto: Netflix Media Center

Il preludio della conclusione come antidoto all’horror vacui della fine. La vita come farmaco contro la morte. La mania del controllo dello spettatore che plasma il processo creativo. Gli spoiler che diventano componente essenziale della fruizione seriale, nel suo incontro stratificato e complesso con il mondo social.

Oggi le storie seriali non terminano la propria esistenza al momento della messa in onda, bensì vivono un processo di espansione grazie alla conversazione paratestuale che si innesca sulle piattaforme. Pertanto, scoprire in anticipo dettagli fondamentali sulle trame delle serie tv – anche involontariamente – è entrato nella consuetudine stessa della visione, tanto da essere ormai inevitabile. Un’incombenza ineluttabile che incarna il piacere ossimorico del paradosso: tra chi li ama (e li ricerca) e chi, invece, li rifugge con grande maestria, gli spoiler – è certo – cambiano la percezione della storia. E non è sempre un bene, come nel caso del finale di Outer Banks 4

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Outer Banks 4 finale con colpo di scena (ma non troppo)

In attesa dell’uscita della seconda parte di Outer Banks 4 – dopo aver “abbuffato” il primo slot di puntate in cui la banda di Pogues si mette alla ricerca della Corona Blu appartenuta a Barbanera -, è stato per me inevitabile inciampare nello spoiler degli spoiler, il plot twist che ha cambiato le sorti dei personaggi stessi e dell’intera serie, arrivato negli ultimi istanti della puntata conclusiva: la morte di JJ. Ma in questo caso specifico, la notizia dell’uscita di scena di Rudy Pankow era stata annunciata da uno dei creatori della serie Netflix: Josh Pate aveva infatti rivelato a Variety che la dipartita di JJ era prevista da copione, “una parte difficile ma necessaria dell’architettura della storia“. A cui era seguito l’eco su social come TikTok, che ha alimentato la diffusione della notizia. Una rivelazione anticipata – trattata come necessaria – che, di fatto, ha rovinato la mia personale esperienza di visione, tanto che gli ultimi episodi li ho vissuti nell’attesa continua del fattaccio, più che nell’immersione nell’avventura del gruppo in Marocco – un’esperienza già resa complessa dalla scrittura problematica della stagione -.

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Una quarta stagione che vira verso il surrealismo esasperato

La seconda parte di Outer Banks 4 ha consacrato una stagione caratterizzata da un surrealismo esasperato. Se sin dall’esordio nel 2020 la serie tv dei ragazzi di Poguelandia ci ha abituato all’eccesso di un mix contemporaneo tra i Goonies, Peter Pan e la letteratura d’avventura classica, l’evoluzione della trama ha incontrato nel quarto capitolo alcune difficoltà dovute, non solo alla riproposizione delle medesime linee narrative, ma soprattutto alla scrittura. Di fatto, l’ultima tranche di episodi ha rovinato l’equilibrio costruito nella prima, portando ogni componente al suo estremo (dalla durata degli episodi alla sequenza da Notte del giudizio di cui è protagonista JJ) e perdendo, pertanto, il focus iniziale della storia. Il risultato è una languida riproposizione degli stessi pattern narrativi, che inquina il climax che sottende l’intera stagione (e che culmina con l’accoltellamento di JJ da parte di Groff).

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La scrittura che indugia troppo su se stessa e la familiarità della trama (che risponde al imperativo del “per quanto grande possa essere il pericolo, i Pogue ce la faranno sempre”) hanno contribuito a rendere la fruizione faticosa e lontano dal consueto entusiasmo che permea la serie. Inoltre se lo spoiler in alcuni casi, come dimostrato dallo studio del professor Nicholas Christenfeld dell’UC di San Diego, può far godere maggiormente della trama, in questo caso l’anticipazione del tragico epilogo – che vede la morte del personaggio migliore della serie – ha fatto perdere l’unica tensione narrativa presente, relegando gli episodi ad un semplice “rito di passaggio”, in attesa della quinta e ultima stagione.