Disobbedire, nel segno di Fiorella Mannoia. Una persona libera e coerente, prima ancora che un’artista consapevole e mai doma. Nelle nove canzoni contenute nell’album, in uscita il prossimo 29 novembre (alcune portano anche la firma della stessa Fiorella), si ritrovano orgogliosamente la rivendicazione della libertà, dell’esprimere il proprio punto di vista, della propria unicità, dell’impegno umano e sociale. Fiorella Mannoia, oltre e prima che grande interprete della musica italiana, è una persona che sa disobbedire.
In due parole, qual è il senso di questo nuovo disco?
L’umanità si è evoluta grazie ai disobbedienti. L’unico dovere che abbiamo è verso la nostra coscienza.
Nell’album ci sono dei featuring: con Michele Bravi, con Francesca Michielin e Federica Abbate, e con Piero Pelù. Per citare il titolo proprio di quest’ultimo brano, chi è Dalla parte del torto?
La canzone ribadisce che nel mare di contrazioni in cui navighiamo, restare umani è la sola emergenza. Mentre cantavo questo brano sentivo la voce di Piero, allora l’ho chiamato e gli ho chiesto se avesse voluto interpretarlo con me. A essere dalla parte del torto siamo tutti noi che muoviamo obiezioni sulle motivazioni delle guerre e su quello che ci circonda. Se però muovi obiezioni, sul web ricevi valanghe di insulti: con la paura del dissenso ci autocensuriamo e stiamo zitti, e questo è un pericolo. Orgogliosamente, se questo è l’andazzo io voglio stare dalla parte del torto.
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Stai dalla parte del torto, ma hai anche disobbedito nella tua vita?
Tante volte. Sono sposata con un uomo molto più giovane di me (Carlo Di Francesco ha 26 anni meno della settantenne Fiorella, nda) ma non mi sono mai curata di quello che dicevano gli altri: anche questa è stata disobbedienza. Quando esprimi la tua idea è sempre una disobbedienza, perché qualcuno sicuramente non sarà d’accordo con te. Ma a me non importa niente, lo so che andrà così. Non esporsi è più facile. Ho fatto compromessi anche io, sarei ipocrita a dire il contrario, ma non mi voglio far usare. Cerco di mantenermi integra per quanto possibile, mi guardo allo specchio e sono contenta di me.
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Tra le tante cose, canti anche: ‘la storia si deve leggere sui banchi di scuola per non ricaderci ancora’. Guardi molto ai giovani?
La nostra vita io, noi, l’abbiamo fatta. Il futuro è loro, mi pare che stiano prendendo coscienza di questo e se ne stiano occupando. Ci sono anche autori giovani in questo disco (Giordana Angi, Federica Abbate per esempio, nda). Il video di Disobbedire non a caso ha protagonisti giovani. Siamo tutti atterriti per quello che sta succedendo, tutti inquieti e non solo nel nostro paese. Mai avrei pensato di avere paura e di risentire nel terzo millennio le storie di guerra che mi raccontavano i miei genitori. Perciò, io dissento con la mia coscienza, la mia musica e sui miei palchi.
Dei protagonisti della musica giovane chi ti piace?
Ce ne sono, per esempio Geolier e Ariete. Sono onesta, a volte altri non li capisco perché appartengo a un’altra generazione.
L’impegno con la Fondazione Una Nessuna Centomila, nata per prevenire e contrastare la violenza contro le donne, procede?
Sì, sta andando avanti e bene. Ci sarà un altro concerto, ne faremo uno ogni anno per raccogliere fondi a favore dei centri antiviolenza. Ogni due giorni ammazzano una donna, questa è l’emergenza e su questa ci concentriamo con la Fondazione. Poi certamente serve ripartire dalle scuole. Ripristiniamo l’educazione civica, chiamiamola così o chiamiamolo rispetto, ma ripartiamo da quello.