X Factor, pagelle della semifinale in arrivo, ma prima una piccola osservazione. Non capita spesso, ma stasera anche Giorgia ha avuto un momento di difficoltà. Lanciando l’intro della serata con la sua celebre Gocce di memoria, la cantante ha sbagliato intonazione, forse per l’emozione o per qualche imprevisto tecnico. Eppure, la sua classe e il suo carisma restano intatti: Giorgia può permettersi tutto, anche questo.
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Patagarri: che fine ha fatto il loro graffio? Sembra la messa di Natale – voto 6,5
I Patagarri hanno puntato tutto sull’eleganza, ma forse hanno perso il mordente che li rendeva unici. La loro interpretazione di Can’t Help Falling In Love è stata raffinata, quasi troppo. L’orchestra ha dato una cornice sontuosa, ma il risultato ha avuto l’effetto di una celebrazione natalizia più che di una performance da semifinale di X Factor.
Il frontman, non al massimo della forma, ha vacillato all’inizio, per poi riprendersi strada facendo. Il talento musicale del gruppo è indiscutibile, ma manca quella scintilla di imprevedibilità che li aveva resi i favoriti nelle scorse settimane.
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Mimì: timbro affascinante, ma “Strange Fruit” resta solo una bella canzone – voto 6
Mimì ha scelto un pezzo pieno di storia e significato, ma l’ha ridotto a un esercizio di stile. La sua voce affascina, ma è mancato il trasporto emotivo che Strange Fruit richiede. L’interpretazione è rimasta piatta e scolastica, senza lasciare il segno. A questo punto, il potenziale non basta più: serve carattere e profondità, altrimenti il rischio è di diventare dimenticabile.
Les Votives: “Almeno tu nell’universo” troppo grande per loro – voto 4,5
Se c’è un pezzo che richiede rispetto, emozione e una capacità interpretativa fuori dal comune, è Almeno tu nell’universo. Les Votives, pur con tutta la buona volontà, non sono riusciti a rendere giustizia a questo capolavoro. L’inizio è stato confuso, con le parole quasi incomprensibili e un’intenzione che sembrava smarrita. Agnelli: “Strofa così così, ritornello potentissimo”, Jake: “Vi preferisco in altro”, Iezzi: “Una scelta matta fare questo pezzo”.
Hanno tentato di rivisitare il brano, ma il risultato è stato debole, quasi irrispettoso verso la grandezza del pezzo originale. Certi capolavori non si toccano a meno che non si abbia qualcosa di straordinario da aggiungere, e purtroppo non è stato questo il caso.
Francamente: tanti cambi di voce, ma è proprio il suo marchio di fabbrica – voto 6
Francamente ha una personalità che spicca, ma la sua esibizione di Per Elisa è stata un mix di registri vocali che più che confondere, alla fine sembra essere il suo marchio di fabbrica. Ogni volta che canta, cambia vocalità come se stesse cercando un’identità nuova… o forse solo più varietà?
Il pezzo, alla fine, è perfetto per lei, perché incarna il suo percorso musicale fatto di sperimentazioni vocali. Ma, forse, a questo punto è il caso di chiedersi: quale sarà la sua “voce finale”? Un po’ meno giocoleria, e più coerenza, potrebbe fare la differenza.
Lorenzo Salvetti: Caruso e l’arte della giovinezza – voto 7,5
Lorenzo Salvetti ha scelto di affrontare Caruso, un pezzo che richiede una maturità emotiva da veterano. Eppure, lui, giovanissimo e carico di entusiasmo, ha portato sul palco una vocalità splendida e una bella dinamica. Certo, non ha la “vita vissuta” per affrontare un pezzo così, ma chi ha detto che i giovani non possano tentare di fare le cose in grande?
Nonostante qualche imprecisione, Lorenzo è riuscito a spiccare come il più giovane e forse il più promettente in gara. Per il momento, lui è il migliore tra i superstiti.
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Puncake: My Way… ma quale? – voto 4
I Puncake hanno scelto My Way, ma il risultato è stato decisamente più “meh” che memorabile. Un’esibizione che ha fatto fatica a decollare, con la scena riempita solo dalla “magia” di due violini distrutti, che sembravano più un atto di disperazione che di originalità.
Patagarri in finale
I Patagarri sono i preferiti dal pubblico e conquistano un posto nella finale.