Sono ore complesse quelle per il fotografo Oliviero Toscani, che da ormai 2 anni combatte contro una “malattia incurabile”, l’amiloidosi, resa pubblica da Toscani stesso lo scorso agosto. Secondo alcuni fonti sanitarie, il fotografo al momento non sarebbe cosciente, sebbene respiri ancora autonomamente. “Sembra una strada senza ritorno”, ha dichiarato la moglie Kirsti Moseng, ex modella norvegese e agente di Toscani, legata a fotografo da ben 50 anni e al suo fianco anche al momento del trasporto in ambulanza.
Attualmente Toscani si trova in prognosi riservata presso il reparto di rianimazione del Pronto soccorso di Cecina (Livorno), situato a circa una decina di chilometri dalla sua abitazione di Casale Marittimo in provincia di Pisa. Il fotografo, è stato trasportato in ambulanza nella mattinata di venerdì 10 gennaio 2025, con al suo fianco, appunto, la moglie Kirsti. Al momento del suo arrivo in ospedale, i medici hanno immediatamente accertato un quadro clinico complesso e particolarmente critico, tanto da richiedere il ricovero diretto.
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Oliviero Toscani e le rivelazioni sulla malattia
Toscani, intervistato dal Corriere della Sera, il 28 agosto 2024 aveva rivelato il suo stato di salute, anticipando di non sapere quanto gli sarebbe rimasto da vivere. “Ho una malattia incurabile, non so quanto mi resta da vivere […]. Non ho paura, basta che non faccia male”, aveva raccontato il fotografo, dichiarando di essersi anche sottoposto a una cura sperimentale. Cura, che lo ha portato a perdere 40 chili e il senso dell’appetito. In quell’occasione, aveva avuto modo di raccontare in che modo la malattia aveva travolto e, soprattutto, trasformato la sua quotidianità.
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Olivier Toscani: nemico della Chiesa e campagne pubblicitarie
Oliviero Toscani, fotografo con cinquant’anni di carriera alle spalle, noto per le sue campagne di shockvertising, provocatorie, crude, sfacciate, è autore della gran parte delle campagne pubblicitarie Benetton, con con cui, tuttavia, i legami sono terminati nel 2020 a seguito di alcune dichiarazioni di Toscani sulla questione ponte Morandi.
Etica, estetica e politica. I rimandi al tema del razzismo che vedono il continuo gioco di contrasti e ironia tra nero e bianco, come quello stallone nero che ingroppa una cavalla bianca (“Cavalli“, 1996) o quella volta che decise di utilizzare una foto di Ansa con alcuni migranti appena sbarcati da una nave, realizzando una campagna-denuncia per il lancio della nuova collezione Benetton. E ancora, le provocazioni alle associazioni Pro Vita (“Preservativi“, 1991), le campagne contro la violenza di genere, parti di corpo maschile marchiate “H.I.V. positive” (“WHIV – Positivo“, 1993) un prete e una suora che si baciano (“Prete e Suora“, 1991), i Jesus Jeans (“Chi mi ama, mi segua“, 1973), gli scatti alle modelle anoressiche. Campagne pubblicitarie quelle di Toscani, che hanno animato discussioni, ma soprattutto alimentato il vittimismo della Chiesa, che in un uomo senza sensi di colpa – come ben lo identificava Pasolini già nel 1973 – non poteva che riconoscere un nemico. Così, Oliviero Toscani con la sua capacità blasfema di rendere espressivo il linguaggio dello slogan, ha rivoluzionato il mondo della comunicazione e fissato, in anni affatto sospetti, una nuova cifra della comunicabilità.