“Un giorno la tristezza finirà. Ma non penso che quel giorno sia oggi”. Con una delle sue riflessioni brutali e risolute, al limite del riso simpatico, il cinema si prepara a dire addio a David Lynch, uno dei registi visionari e maestro del surrealismo cinematografico, scomparso a 78 anni a causa di enfisema polmonare.
David Lynch: il racconto della scoperta dell’enfisema
L’opera eterna di David Lynch
L’annuncio dell’improvvisa scomparsa del regista è arrivato dalla famiglia: “È con grande cordoglio che noi, la sua famiglia, annunciamo la morte dell’uomo e dell’artista David Lynch. Apprezzeremmo un po’ di privacy in questo momento. C’è un grande buco nel mondo ora che non è più con noi. Ma come avrebbe detto lui, “guarda la ciambella e non il buco”. È una bella giornata con un sole splendente e cielo blu dappertutto”. Ad agosto, il regista aveva rivelato di essere malato di enfisema polmonare, causato dal fumo: “Devo dire che mi è sempre piaciuto fumare […] e questo è il prezzo da pagare per questo godimento e il prezzo per me è l’enfisema”.
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Dove guardare la filmografia del regista
Nonostante il vuoto lasciato dall’improvvisa scomparsa del regista visionario – che aveva confessato di essere al lavoro su un nuovo progetto -, ciò che resta iscritto nell’eternità sono le opere da lui firmate. Surreali, oniriche, visionarie, i film di David Lynch conservano l’essenza del suo demiurgo, produttore di vertigine e demiurgo di riflessioni poco accomodanti, privilegio esclusivo di chi sa guardare sempre al di là, verso mondi nuovi tutti da costruire. Mondi come quello di Mulholland Drive (disponibile su Amazon Prime Video); Eraserhead (Amazon Prime Video), un film che va più vissuto che spiegato; Velluto blu con Dennis Hopper nei panni del terrificante villain Franck Booth; e il commovente Elephant Man.
E ancora Cuore selvaggio (TimVision), il racconto vorticoso della passione tra Sailor e Lula; l’epico Dune con cui ha ammaliato e portato il pubblico alla scoperta del mondo Arrakis. Non solo il cinema gli è debitore, ma anche il piccolo schermo. Twin Peaks (Amazon Prime Video) e l’omicidio di Laura Palmer hanno, di fatto, lasciato un’impronta indelebile nella storia della serialità mondiale. La serie, creata da Mike Front insieme a Lynch, “ha reinventato la tv” come titolava La Stampa nel lontano 1991 (il primo episodio andò in onda in Italia alle 20:40 del 9 gennaio 1991), quando gli episodi arrivarono in Italia, rendendola un vero e proprio caso grazie al mix inedito di soap opera e atmosfere noir, tra paranormale e inquietudine. Opere orizzontali e atemporali che instaurano un dialogo non solo con il presente, ma soprattutto con il futuro.
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