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"fuggo dal mondo"

Intervista a Lucio Corsi: chi è il cantautore in gara a Sanremo che sognava di essere come i Blues Brothers

Lucio Corsi a Sanremo: scopri chi è il cantautore che porta il suo stile unico al Festival di Sanremo sognando i Blues Brothers

di Francesca Binfarè | 20 Gennaio 2025
Foto: Simone Biavati

Lucio Corsi a Sanremo: “La musica non è gara“.

I coleotteri, Verdone, i ristoranti e le moto. Chiacchierare con il cantautore Lucio Corsi significa parlare di questi argomenti, tutti legati alla musica, al suo essere cantautore e al Festival di Sanremo. Come? Ce lo spiega partendo da Volevo essere un duro, canzone che canterà all’Ariston e che ha presentato in una trattoria di Milano.

Perché proprio qui?

“Vengo dalla Maremma, dove mia nonna aprì una trattoria. Per me il ristorante come luogo di incontro è fondamentale. Vengo qui ogni giorno a pranzo perché mi sento a casa. Ci sono persone con i piedi per terra e mi serve che ci siano, perché al contrario con le canzoni seguo la fantasia e fuggo dal mondo”.

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Le canzoni: Volevo essere un duro di cosa parla?

“Io le canzoni le spiego perché mi piace, quindi vi dico che parla di quanto il mondo ci vorrebbe infallibili, perfetti e solidi, invece siamo in bilico. Spesso non si riesce a diventare chi sognavamo di diventare”.

Tu ti sognavi cantante?

“Anche. Da piccolo volevo fare il paleontologo, poi il cercatore di insetti. Cercavo le larve di cetonia (su cui a 10 anni scrissi una canzone) perché da quelle nascono i coleotteri. Il coleottero delle querce è il mio insetto preferito. Poi volevo fare il disegnatore di auto e poi, dopo aver visto i Blues Brothers, ho sognato di fare il cantante. Mi dissi che se un musicista viveva così volevo essere come loro”.

Lucio Corsi a Sanremo: “La musica non è gara”

Alla fine fai davvero il cantante. Lucio in gara al Festival

La musica non è gara, la musica ha a che fare con l’aria. Seguo però le gare di motociclette perché anche queste hanno a che fare con l’aria, e poi sfidano il tempo. Non mi piace che passi tanto in fretta”.

Foto: Simone Biavati

Perché vai a Sanremo?

Vivo da anni una lotta interiore. Da un lato penso a Conte e a Battiato che non ci sono mai andati, d’altro canto Dalla, Graziani, Rino Gaetano e Vasco sì. Qui in trattoria me lo dicono sempre ‘vai, vai’. Stavolta c’è anche un disco in lavorazione e una serie di fattori che si sono concatenati”.

Tu a Sanremo, per finzione, ci sei già stato

“Sì, nella terza stagione di Vita da Carlo” (serie tv con Carlo Verdone, nda).

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Mentre giravate sognavi il Festival vero?

“No, perché non avevo ancora deciso di andarci ed ero concentrato su quella esperienza per me nuova”.

Chi è Lucio Corsi

Lucio Corsi crea atmosfere surreali che trasforma in poesia, unisce rock d’autore e sonorità folk pop. È toscano di Val di Campo di Vetulonia, ha 31 anni e dal 2012 vive a Milano. Ha iniziato a suonare come chitarrista in diverse band, per poi scegliere di scrivere e cantare da solista. Nel 2015 pubblica due ep; il suo primo disco arriva nel 2017, ed è Bestiario musicale sugli animali della sua terra, la Maremma. Apre i concerti di Brunori SAS e dei Baustelle, partecipa a diversi festival (non di Sanremo), si fa notare con le pubblicazioni successive. Nel video di Tu sei il mattino compare Carlo Verdone.

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Sanremo significa arrivare a un pubblico vastissimo, che ti vedrà per la prima volta.

“Sarà bello, mi piace l’idea che io possa entrare nelle orecchie di una signora a casa. Chi non mi conosce scoprirà lì chi sono, e sono curioso dell’idea che si farà. Dovrei chiederlo poi alle signore”.

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