Due rette parallele che, non solo non sono destinate ad incontrarsi, ma decidono di prendere anche direzioni diametralmente opposte. Sembra essere questo lo scenario dominante a seguito dell’annuncio delle candidature agli Oscar 2025, avvenuto al Samuel Goldwyn Theater in una Los Angeles ancora alle prese con l’emergenza incendi. Mentre l’America si addentra verso il secondo mandato di Donald Trump alla Casa Bianca, l’Academy ha scelto i candidati all’ambita statuetta, facendo emerge una posizione di netto contrato con le politiche del neo eletto presidente.
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Oscar 2025 in contrasto con la politica di genere di Trump
Già nel suo discorso di insediamento Donald Trump aveva, di fatto, dato una linea netta in merito ad alcune tematiche, come l’identità di genere, sottolineando che nella nuova America “ci saranno solo due generi, maschile e femminile”, ma quelle che sembravano solo parole sono poi divenuti fatti concreti con la firma dei primi esecutivi.
Uno dei primi executive order (“Difendere le donne dell’estremismo dell’ideologia gender e ripristinare la verità biologica nel governo federale“) firmati dal presidente riguarda infatti le persone transgender e non-binary, secondo cui esse non vengono riconosciute in quanto è necessario fare affidamento alla sola verità biologica.
“I tentativi di sradicare la realtà biologica del sesso in fondo attacca le donne privandole della loro dignità, sicurezza e benessere. La cancellazione del genere nel linguaggio e nelle policy ha un impatto corrosivo non solo sulle donne ma anche sulla solidità dell’intero sistemo americano”, si legge nel testo dell’ordine esecutivo.
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Emilia Pérez è il film con più candidature
Una posizione che appare paradossale, soprattutto, nel momento in cui nella costa opposta a Washington DC Emilia Pérez, il film/musical del regista francese Jacques Audiard che mette al centro la storia di un narcotrafficante messicano che decide di intraprendere un percorso di transizione di genere, si aggiudicato il podio per il film con più candidature agli Oscar 2025. Inoltre, Karla Sofía Gascón potrebbe essere la prima attrice transgender a vincere la statuetta come miglior attrice protagonista.
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Un segnale che mette in evidenza la situazione di paradossale contraddizione in cui attualmente si trova l’America. Infatti tra le nomination c’è anche quella di The Apprentice, che racconta l’ascesa di un giovanissimo Donald Trump – la cui distribuzione è stata boicottata da lui stesso -, che è candidato in due categorie importanti: gli attori Sebastian Stan e Jeremy Strong sono in lizza perla statuetta per il miglior attore protagonista e non protagonista.
Tuttavia le scelte dell’Academy non sembrano stupire, considerando lo stampo democratico che da sempre contraddistingue lo star system. E a cui Hollywood, a differenza delle big tech, non sembra voler rinunciare neanche nell’era Trump 2.0.