“Mi credevo più forte”: Pino si confessa dopo l’addio a MasterChef. Pino, uno dei concorrenti più carismatici di questa edizione di MasterChef, racconta con sincerità e autoironia la sua esperienza nel programma, conclusasi con l’eliminazione nella puntata di giovedì 23 gennaio. Tra emozioni forti, momenti di riflessione e qualche rimpianto, Pino ripercorre il suo percorso, fatto di alti e bassi, amicizie inaspettate e rivalità costruttive. Con 63 anni e una lunga passione per la cucina, ci svela cosa significa mettersi in gioco, affrontare i propri limiti e vivere un’avventura che, come lui stesso ammette, è stata “non positiva, di più”.
Reza, il ‘papà di MasterChef’ e le sue cene leggendarie che tutti vogliono provare
“Mi credevo più forte”: Pino si confessa dopo l’addio a MasterChef
Che cosa ti ha lasciato l’esperienza?
“È stata fantastica, è un bel trampolino per i giovani e per i meno giovani. È un’esperienza che non avrei mai creduto di fare, non positiva, di più”.
Lo Chef Cannavacciuolo si è mostrato deluso perché sembrava che ti fossi arreso. Sei d’accordo?
“Aveva ragione, mi sono un po’arreso. Sono entrate in gioco l’emotività e un po’ di cose. Sì, avrei lottato un po’ di più col senno di poi, è stata una mia fragilità, non del programma. Mi credevo più forte? Uno crede di arrivare lì e dopo c’è chi molla un po’ prima, e chi resiste. Però l’esperienza è fantastica, niente da dire”.
Il rapporto tra i concorrenti com’è stato veramente?
“Io definirei tutto come la politica italiana. Questi discutono e poi vanno tutti d’accordo. Ci sta un po’ di tensione, durante il programma, altrimenti non saremmo umani. Però non c’è in realtà tensione: siamo noi che la creiamo. Speriamo di aver trasmesso anche la positività a tutto il pubblico che segue MasterChef”.
Credi che il tuo futuro sia ancora legato alla cucina o no?
“All’età di 63 anni è più complicato. Io ho sempre cucinato, cucino a casa di amici, ho esperienza. Ma ora dove vado, tra 20 anni ne ho 83“.
Pino si confessa dopo l’addio a MasterChef
Hai avuto un cambio di rotta, sei entrato con grande entusiasmo e poi sei sembrato un po’ giù di morale anche nel discorso finale. Che cosa ha influito?
“Forse è proprio bello per questo MasterChef. Perché entri con un’idea, dopo vieni così tanto coinvolto, e esci con un’altra. MasterChef riesce a tirare fuori anche delle sensazioni, sono entrato così forte e poi è dipeso da me, mi sono reso conto che io non riuscivo. Forse è questo il bello del programma: ti mette davanti a uno specchio e ti mette a nudo”.
Ci sono delle strategie a cui hai pensato durante il percorso?
“Strategie sì, però c’è sempre quella componente che è personale, quindi per quanto tu possa usare una strategia per andare avanti, vieni così coinvolto che non puoi essere così freddo o calcolatore“.
Il ricordo più bello e il momento più difficile?
“La cosa più bella è stata conoscere tutto l’ambiente, lo staff, sono persone fantastiche. È un programma, ma si va al di là. Non ho neanche un nome da fare, farei un torto agli altri. Era bello vedere queste persone che ti cercavano e ti mettevano a tuo agio. L’aspetto più negativo è stato mettere a nudo i miei limiti, ti succede sempre, ogni giorno facciamo i conti con noi stessi“.
Chi vorresti sul podio?
“Per me Anna, Franco anche e Claudio, Jack”.
Dicci qualcosa sulla rivalità con Reza
“È una persona splendida, quando va male ci sentiamo una volta al giorno, mi piace stuzzicare l’intelletto delle persone. È un uomo molto sensibile. Se lo vorrei come amico? Reza è una persona che stimo, ci siamo confrontati. Tra me e Reza c’è feeling, è una bellissima persona”.