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Chiara Ferragni rinviata a giudizio: il “Pandorogate” in aula il 23 settembre

Chiara Ferragni rinviata a giudizio per truffa aggravata nei casi Pandoro e uova di Pasqua. Il processo inizierà il 23 settembre 2025

di Redazione Rumors | 29 Gennaio 2025
Foto: Instagram @chiaraferragni

Chiara Ferragni rinviata a giudizio: il “Pandorogate” in tribunale. L’imprenditrice digitale Chiara Ferragni è stata ufficialmente rinviata a giudizio per truffa aggravata. La vicenda, legata ai casi del pandoro Pink Christmas e delle uova di Pasqua griffate, ha portato la Procura di Milano a citare direttamente a giudizio l’influencer e altre tre persone. Il processo avrà inizio il prossimo 23 settembre 2025.

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Chiara Ferragni rinviata a giudizio: il “Pandorogate” in tribunale

Secondo l’accusa, la società Balocco aveva firmato nel novembre 2021 un contratto da 1.075.000 euro con Fenice Srl e Tvb Crew Srl, aziende riconducibili a Chiara Ferragni, per la promozione di un pandoro di lusso. Il prodotto era stato venduto a un prezzo triplicato rispetto al normale (9,37 euro contro 3,68 euro), con la promessa che parte del ricavato sarebbe stato destinato all’ospedale Regina Margherita di Torino. Tuttavia, la donazione da 50.000 euro era stata versata da Balocco mesi prima, senza alcun legame diretto con le vendite del pandoro.

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L’inchiesta ha poi coinvolto anche le uova di Pasqua a marchio Ferragni, accusate di essere state vendute con una strategia commerciale simile. Il Codacons aveva inizialmente raggiunto un accordo con Ferragni, prevedendo una donazione di 200.000 euro per chiudere il caso, ma la Procura ha deciso di procedere comunque con il rinvio a giudizio.

Chi sono gli altri indagati nel processo Ferragni?

Chiara Ferragni non sarà l’unica imputata nel processo per truffa aggravata. Insieme a lei, sono stati rinviati a giudizio anche:

  • Fabio Damato, ex manager dell’influencer
  • Alessandra Balocco, rappresentante dell’azienda Balocco
  • Francesco Cannillo, rappresentante della società Dolci Preziosi

Anche loro dovranno rispondere delle accuse di aver promosso e venduto prodotti con informazioni fuorvianti, inducendo i consumatori a credere che il loro acquisto contribuisse a una raccolta fondi benefica.

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La reazione di Chiara Ferragni: “Accusa ingiusta, dimostrerò la mia innocenza”

Anche i suoi avvocati hanno espresso la loro posizione, sottolineando che non vi sarebbero elementi per un’accusa penale e che la questione sarebbe già stata risolta in sede di Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM).

L’attenzione ora si sposta sull’udienza del 23 settembre 2025, quando il tribunale di Milano dovrà stabilire se la Ferragni e gli altri imputati abbiano realmente ingannato i consumatori o se il caso verrà archiviato.

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La dichiarazione del collegio di difesa di Alessandra Balocco

Il collegio di difesa di Alessandra Balocco, guidato dagli avvocati Alessandra Bono e Alessandro Pistochini, dichiara: “Appresa la notizia del decreto di citazione a giudizio, si dichiara profondamente stupito e amareggiato in merito alla scelta della Procura di Milano di devolvere al Giudice del dibattimento la decisione sulla vicenda, che all’evidenza non ha alcuna rilevanza penale, tenuto conto della solidità degli argomenti giuridici sviluppati in un’articolata memoria difensiva. Tutto ciò è ancora più evidente alla luce della rimessione della querela che incide sulla procedibilità dal reato, salvo conservare – da parte della Procura – pervicacemente la contestazione di un’aggravante che nulla ha a che vedere con la tipologia dei fatti in contestazione. I legali dichiarano, infine, che affronteranno il giudizio con fiducia e serenità, nella piena convinzione dell’innocenza di Alessandra Balocco”.