L’inchiesta sul caso Balocco-Ferragni continua a far discutere, con nuovi dettagli emersi grazie alla corrispondenza tra l’azienda Balocco e lo staff dell’influencer. Secondo le indagini della Guardia di Finanza di Milano, il lancio del Pandoro Pink Christmas avrebbe creato un messaggio ingannevole per i consumatori. Lo scambio di email tra Balocco e lo staff Ferragni ha però permesso di gettare nuova luce sulla questione.
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La corrispondenza tra Balocco e lo staff Ferragni: “Le vendite servono per pagare il vostro cachet”
Secondo le email depositate dalla Guardia di Finanza di Milano, il team di Balocco aveva espresso preoccupazioni sul fatto che la Ferragni stesse ricevendo tutto il merito della donazione. In realtà i proventi delle vendite sarebbero stati destinati a coprire compensi elevati per l’influencer e il suo staff. Un passaggio chiave evidenzia il disagio dell’azienda dolciaria: “In realtà le vendite servono per pagare il vostro cachet esorbitante”. Il problema centrale risiedeva nella percezione errata creata dalla comunicazione dell’iniziativa: molti consumatori erano convinti che, acquistando il pandoro, avrebbero automaticamente sostenuto l’associazione benefica “I Bambini delle Fate”. Tuttavia, le email interne tra Balocco e l’agenzia di comunicazione evidenziano dubbi sulla trasparenza dell’operazione.
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Nessuna trasparenza sui social: “Non abbiamo le sue spalle così larghe e forti”
L’inchiesta condotta dal pm Cristian Barilli e dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco ha portato all’accusa di truffa aggravata per pubblicità ingannevole nei confronti di Chiara Ferragni. Un punto critico emerso dalla corrispondenza riguardava le domande dei consumatori sui social. Quesiti frequenti erano infatti: quanto del ricavato viene effettivamente donato? Quanto guadagna Ferragni da questa collaborazione? Per evitare polemiche, le risposte dello staff sono sempre state molto vaghe. Le email permettono però di evidenziare come Balocco fosse preoccupata per l’impatto negativo sull’immagine aziendale. In uno scambio interno, si legge infatti: “Non abbiamo le sue spalle così larghe e forti e giustamente rispondiamo a tutti perché siamo un’azienda commerciale e non influencer”.
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