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Rivoluzione o moda passeggera?

Zoe De Biasi non esiste davvero: chi è e cos’ha di speciale la nuova brand ambassador di McFit?

Zoe De Biasi è solo una degli ultimi esponenti di un fenomeno che si sta velocemente diffondendo nel mondo del marketing, quello degli influencer virtuali. Vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta.

di Redazione Rumors.it | 22 Marzo 2025
Foto: screenshot instagram / @zoedebiasi

Chi è Zoe De Biasi, la giovane donna che sta rivoluzionando il mondo del fitness digitale? Perché McFit ha scelto proprio lei come nuova brand ambassador? Dietro a queste risposte si cela un fenomeno sorprendente che sta cambiando il panorama del marketing.​

Zoe De Biasi: la prima AI Ambassador italiana

Zoe De Biasi è originaria di Torino, ha 24 anni, è iscritta a Scienze Motorie e spesso si trova Milano per motivi di studio. È una ragazza molto energica dal look audace, moderno e il suo stile di vita non è da meno: dinamico ed eccentrico, ma con un elemento imprescindibile: il fitness. Sui social media, in particolare su Instagram, pubblica aggiornamenti riguardo alle sue abitudini quotidiane: il suo obiettivo è ispirare le altre persone a seguire una vita sana e bilanciata.

Fin qui sembra tutto normale: in fondo il suo profilo è simile a quello di altri influencer nel mondo fit, no? Vi stupirà sapere che la particolarità non sta nel suo carattere o nel suo stile di vita, ma nel fatto che Zoe non esiste! O meglio, non esiste nel modo in cui solitamente le persone esistono. Zoe De Biasi è infatti la prima brand ambassador virtuale italiana, il cui aspetto fisico e personalità sono stati generati interamente dall’intelligenza artificiale. Quello di Zoe però non è un caso isolato, lei infatti è solamente una degli ultimi esponenti di un fenomeno che sta prendendo piede negli ultimi anni, quello degli influencer virtuali.

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Il fenomeno degli influencer virtuali

Ma cosa sono esattamente gli influencer virtuali? Si tratta di personaggi digitali creati attraverso l’intelligenza artificiale, progettati per interagire con il pubblico sui social media e influenzare le tendenze. Un esempio italiano di successo è Francesca Giubelli, la prima influencer virtuale certificata da Meta, creata dagli imprenditori Francesco Giuliani, Valeria Fossatelli ed Emiliano Belmonte. Approdata in rete nel gennaio 2024, Francesca ha rapidamente guadagnato popolarità, utilizzando la sua piattaforma per promuovere il Made in Italy e coinvolgere i follower in discussioni su temi sociali e culturali. ​

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Perché un’azienda dovrebbe affidarsi agli influencer virtuali?

L’adozione di influencer virtuali offre alle aziende alcuni vantaggi allettanti. Innanzitutto c’è la possibilità di controllare completamente l’immagine e il messaggio veicolato, eliminando i rischi associati a comportamenti imprevisti o controversie. Errori che, come sappiamo, spesso compiono gli influencer umani. Inoltre, gli influencer virtuali possono operare 24/7, garantendo una presenza costante e la possibilità di raggiungere audience globali in diversi fusi orari.

Tuttavia, optare per un influencer virtuale può comportare anche degli svantaggi. È probabile che la mancanza di autenticità percepita riduca il coinvolgimento emotivo del pubblico, che potrebbe preferire l’interazione con figure reali. Inoltre, l’uso di avatar digitali potrebbe sollevare interrogativi etici riguardo alla trasparenza e all’onestà nella comunicazione pubblicitaria.​

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Gli influencer virtuali saranno il futuro del marketing?

L’integrazione di influencer virtuali come Zoe De Biasi nelle strategie di marketing rappresenta certamente un passo innovativo che combina tecnologia e promozione del brand. Tuttavia, è essenziale bilanciare l’uso di queste figure digitali con la necessità di autenticità e connessione emotiva con il pubblico, per garantire una comunicazione efficace e rispettosa delle aspettative dei consumatori.

Pertanto, anche nulla si può mai escludere, ad oggi è difficile immaginare gli influencer e i content creator del futuro unicamente come entità generate dall’intelligenza artificiale. Lo scenario più probabile e auspicabile è, insomma, quello di coesistenza e collaborazione fra i due mondi, reale e virtuale: chissà se, unendo le forze, potranno sopperire l’uno ai difetti dell’altro.

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