Harvey Weinstein, l’ex produttore cinematografico condannato per abusi sessuali, torna a far parlare di sé schierandosi inaspettatamente al fianco di Justin Baldoni nella battaglia legale contro Blake Lively. La causa, che sta scuotendo Hollywood, ruota attorno a un’inchiesta del New York Times pubblicata nel dicembre 2024, in cui si riportavano messaggi privati dell’entourage di Baldoni che suggerivano l’intenzione di “seppellire chiunque”, inclusa la Lively, in un’operazione di diffamazione mediatica. Baldoni ha risposto con una causa da 250 milioni di dollari, accusando il quotidiano di aver manipolato le informazioni e distorto la verità.
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Harvey Weinstein contro il New York Times: “Stessa strategia usata con me”
Harvey Weinstein, attualmente in carcere per abusi e violenze sessuali ma in attesa di un nuovo processo a New York, ha dichiarato a TMZ di sentirsi vicino a Baldoni, affermando che il New York Times avrebbe usato nei suoi confronti le stesse tecniche di manipolazione mediatica nel 2017. “Hanno selezionato solo ciò che serviva al loro racconto, ignorando fatti cruciali” ha detto Weinstein, sostenendo che avrebbe dovuto reagire allora con più decisione. Le sue parole hanno sollevato non poche polemiche, considerando che l’indagine giornalistica ha contribuito a far emergere decenni di abusi e a dare avvio al movimento #MeToo.
Un triangolo mediatico esplosivo tra accuse e vecchie alleanze
La presa di posizione di Harvey Weinstein sorprende anche per i suoi trascorsi con Blake Lively, con la quale in passato era stato visto in atteggiamenti amichevoli durante eventi pubblici. A complicare il quadro, la figura della pubblicista Leslie Sloane, chiamata in causa nella querela di Baldoni come co-imputata. Sloane, che ha collaborato con la Lively ma ha smentito ogni legame lavorativo con Weinstein, è ora coinvolta in una causa da 400 milioni di dollari che accusa Lively e il marito Ryan Reynolds di diffamazione ed estorsione.
Un caso che potrebbe riscrivere i rapporti tra media e celebrità
Il caso Baldoni-Lively, seguito con grande attenzione da media e opinione pubblica, si profila come una battaglia giudiziaria di grande portata, destinata a ridefinire i confini tra libertà di stampa, privacy e responsabilità delle celebrità. Il coinvolgimento di Weinstein, per quanto controverso, riporta l’attenzione sulla potenza distruttiva dell’informazione manipolata e sulle ripercussioni legali che ne derivano. Un processo da seguire da vicino, che potrebbe lasciare un segno profondo nell’industria dell’intrattenimento.