Achille Lauro torna a far parlare di sé con un’intervista intensa e senza filtri su Vanity Fair. Alla vigilia dell’uscita del suo nuovo album Comuni mortali (in uscita il 18 aprile), Achille Lauro ripercorre la sua vita fatta di eccessi, dolori e redenzione. “Mi sono perso”, confessa a Chiara Oltolini di Vanity Fair, “ma oggi mi considero un miracolato”. Cresciuto in una periferia difficile, Lauro racconta come la musica sia stata il suo unico spiraglio, una via di fuga da una realtà troppo spesso tragica. Dall’adolescenza segnata da bullismo e solitudine, all’ascesa come icona pop e provocatore della scena musicale italiana, il suo è un percorso “cinematografico”, come lui stesso lo definisce.
Famiglia, amore e fragilità: il lato umano di Achille
Dietro l’immagine trasgressiva, Achille Lauro svela un’anima profonda, segnata da fragilità e relazioni complesse. Il rapporto difficile con il padre, l’educazione sentimentale ricevuta da una madre forte e generosa, e la consapevolezza di essere cresciuto in una cultura maschilista che oggi rifiuta. “Sono figlio del maschilismo, e lo rifiuto proprio perché l’ho conosciuto”, ha detto a Chiara Oltolini di Vanity Fair Italia. Parla di dipendenze emotive, del sentirsi inadeguato, ma anche della forza ritrovata e dell’importanza delle donne nella sua vita. “Certe persone non entrano nella nostra vita per restare, ma per cambiarci”, dice, rivelando un’evoluzione personale che va oltre il personaggio pubblico.
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Achille Lauro si racconta: ambizioni senza limiti, moda, estero e forse Sanremo
Oggi Lauro ha 34 anni e non ha alcuna intenzione di fermarsi. Pur dichiarandosi single, afferma di essere innamorato delle sue ambizioni. “Voglio fare moda, arrivare all’estero. Ho sogni giganteschi”, dichiara a Vanity Fair. Tra questi, anche un’eventuale direzione artistica del Festival di Sanremo: “Ma non ho fretta”, precisa. Per lui, ogni progetto è come un quadro nuovo da dipingere: “Un pittore non ripete mai lo stesso quadro. Io ho bisogno di cambiare, di stupirmi ogni volta”. Achille Lauro si conferma così un artista in continua metamorfosi, capace di trasformare le sue ferite in forza creativa.
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