Con la recente scomparsa di Papa Francesco, si apre una nuova fase storica per la Chiesa cattolica. I cardinali si preparano a entrare nella Cappella Sistina per il conclave che porterà all’elezione del prossimo pontefice, successore di Papa Francesco. L’evento potrebbe iniziare già il 6 maggio e sarà guidato da un rigido protocollo: servirà una maggioranza di due terzi per proclamare il nuovo Papa, con fumate bianche o nere a segnalarne l’esito. In gioco non c’è solo una figura spirituale, ma anche il volto della Chiesa nel mondo contemporaneo.
Dopo Papa Francesco i principali candidati: tra continuità e cambiamento
Tra i nomi più discussi spiccano figure come Jean-Marc Aveline, cardinale francese vicino alla visione pastorale di Francesco, e Matteo Zuppi, italiano noto per la sua attenzione a poveri e migranti. Più conservatori sono invece Pietro Erdo dall’Ungheria e il canadese Marc Ouellet, mentre l’italiano Pietro Parolin, forte della sua esperienza diplomatica, potrebbe rappresentare un compromesso ideale. Interessante anche la figura di Luis Tagle dalle Filippine, spesso definito “l’astro nascente” del pontificato uscente, e Fridolin Ambongo dal Congo, influente nella Chiesa africana e membro del Consiglio dei cardinali.
Come si elegge il nuovo Papa dopo la morte di Francesco?
Uno scenario globale e una decisione cruciale
Sebbene sia improbabile l’elezione di un Papa statunitense, alcuni nomi americani come Robert Prevost e Joseph Tobin circolano tra i “papabili”. La rosa dei candidati include inoltre voci autorevoli da Svezia, Myanmar, Malta e Spagna, riflettendo la portata globale del cattolicesimo. La Chiesa è oggi chiamata a scegliere una guida che sappia rispondere a sfide epocali: il dialogo interreligioso, i diritti LGBTQ+, l’uguaglianza di genere e l’accoglienza dei migranti. Il prossimo Papa avrà il compito di traghettare l’istituzione nel terzo millennio, tenendo insieme tradizione e innovazione.
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