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Riparte Little Big Italy, Francesco Panella: “Aspettatevi storie davvero emozionanti”

In occasione della ripartenza di “Little Big Italy” abbiamo intervistato Francesco Panella che si prepara a condurre la sesta edizione dell’amatissimo show

di Nadia Pieri | 13 Febbraio 2023
Foto: Ufficio stampa

Riprende questa sera il viaggio di Francesco Panella alla guida di Little Big Italy, in onda ogni lunedì alle 21.25 sul Nove. La sesta edizione dello show, prodotto da Banijay Italia per Warner Bros. Discovery, partirà dalla Medina di Marrakech per arrivare a Vienna, spostarsi oltre oceano a Nashville, tornare in Europa a Dublino e Budapest e concludersi nella Ville nouvelle di Marrakech. La formula rimane la stessa: tre expat porteranno Francesco alla scoperta dei loro ristoranti preferiti che propongono la cucina del bel paese. Questa sarà anche un occasione per raccontare le loro storie familiari e i motivi che li hanno spinti a lasciare l’Italia. Ci sarà il voto del primo impatto, il giudizio sui tre piatti e il voto dell’italianità espresso da Francesco. E proprio quest’ultimo, in occasione della grande ripartenza di Little Big Italy, si è raccontato ai nostri microfoni. Qui sotto trovate l’intervista!

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Francesco Panella Little Big Italy: l’intervista

Ciao Francesco, è in partenza la nuova edizione di Little Big Italy. Cosa dobbiamo aspettarci? E che tipo di avventura è stata per te?

Dovete aspettarvi tante storie nuove, bellissime, battaglie vere, specialmente nella prima puntata. Rimango sempre sorpreso perché più si va avanti con il programma più cercano di affilare le padelle, anche se a volte si creano delle aspettative che non vengono rispettate. Spesso succede che chi vuole strafare alla fine mette in pericolo la gara. In ogni caso è stata una bella stagione perché ho visitato città molto interessanti. Scoprire l’italianità in posti nuovi è veramente spiazzante. A Dublino, ad esempio, ci sono state storie fantastiche, piene di cuore, ragazzi bravissimi, famiglie che cercano di rappresentare l’Italia in tutto e per tutto. Sono molto contento di queste nuove puntate.

Siamo ormai arrivati alla sesta stagione, secondo te qual è l’ingrediente del successo di questo format?

Far vedere posti nuovi, che magari possono essere d’ispirazione anche per dei viaggi, è un punto di vista molto interessante. Oltre a questo, sicuramente la leggerezza con cui prendiamo il programma. Ormai in tv vediamo la cucina in mille facce, il nostro è un punto di vista un po’ più sereno. Ci sono tantissimi bambini che ci seguono. Le famiglie si riuniscono davanti alla tv e si rispecchiano in questi format che parla della nostra cucina.

Francesco Panella Little Big italy

Foto: Ufficio stampa

 

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Qual è stato per te il momento più bello di questa edizione?

Ci sono stati diversi momenti magici. Quest’anno ho visto tanta voglia di esaltare l’Italia, lacrime, gioia. Probabilmente il racconto di una ragazza che vive a Dublino che è irlandese a tutti gli effetti ma che si sente così italiana dal commuoversi mentre parla dell’Italia. Vederla emozionarsi così è stato incredibile.

A proposito di questo, Little Big Italy, oltre a parlare di cucina, racconta le storie degli expat, spesso anche molto emozionanti. Ne ricordi una, oltre a quella citata, che ti ha colpito più delle altre?

Ogni storia è una storia a sé, vive una propria dimensione, una propria sofferenza, una propria gioia. Non posso sceglierne una, sarebbe come fare un torto alle altre. Ognuno dei partecipanti di Little Big Italy mi ha lasciato qualcosa.

Rispetto alle stagioni iniziali come si è evoluto il tuo ruolo di conduttore?

Ovviamente l’esperienza è importante, più si va avanti più si migliora. Il fatto di relazionarmi sempre con tante persone molto competenti sicuramente è un grande stimolo e quindi prendo anche spunto da loro. Io sono molto concentrato sul lavoro che faccio, molto determinato e prendo il mio ruolo con grandissima serietà e dedizione. Cerco di isolarmi totalmente quando parto perché ho una vita abbastanza impegnata tra i miei ristoranti e la famiglia e quindi ho bisogno di concentrazione. Nel fare questo la mia famiglia è la prima che mi supporta. Lo stesso vale per il mio team che mi mette in condizione di stare sereno e tranquillo mentre giro il programma.

Ti saresti mai immaginato di riuscire a coniugare la passione per la cucina con la televisione?

Questo è sempre stato il mio sogno. I parenti di mia mamma erano dei grandi attori di teatro, mentre quelli di mio papà erano dei ristoratori. L’Antica Pesa, infatti, è nata nel 1922 con i miei bisnonni e quest’anno celebriamo 101 anni di attività. Le mie due famiglie non si sono mai trovate, infatti, i miei genitori si sono separati e tutti pensavano che questa separazione fosse dovuta ai due lavori differenti. Quando ero piccolo sognavo di riunire la famiglia attraverso la fusione di queste due mondi. Ho quindi sempre voluto mantenere una parte artistica e una professionale e sono riuscito a trovare la mia dimensione. Ho fatto capire alla mia famiglia che tutto era possibile.

 Cosa ti piace di più del lavorare in tv?

Sicuramente il lato della spontaneità. A volte la televisione è molto strategica e tanti format non sono così spontanei come ci si immagina. Little Big Italy è un programma vero, autentico, assolutamente lineare in questo. Io non so nulla, non conosco gli expat. E questo la gente da casa lo percepisce.

 

Francesco Panella

Foto: Leonardo Cestari

 

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Il tuo cuore, un po’ come quello degli expat che incontri, è diviso tra l’Italia e l’estero, in particolare gli Stati Uniti. A Brooklyn è presente una sede dell’Antica Pesa, il tuo ristorante di famiglia, e di recente sei diventato partner operativo di Gioia, riconosciuto come il migliore ristorante italiano di Chicago. Raccontaci un po’ di questa nuovo progetto imprenditoriale e svelaci cosa ti piace di più degli Stati Uniti. 

Degli Stati Uniti amo sicuramente il fatto che ci sia un’immensa possibilità di lavoro. Chicago, in particolare, è una città che mi è sempre piaciuta perché è nominato poco, ma in realtà è un grande motore economico, nonché una città culturalmente pazzesca. Chi vuole conoscere il cuore pulsante degli Stati Uniti deve andare a Chicago. È una città che mi ricorda molto l’Italia per la sua organizzazione e quindi ho sempre avuto il sogno di poterci lavorare. Lo chef del ristorante, Federico Comacchio, è un bravissimo interprete della cucina italiana. Posso dire che Gioia sia proprio “Una casa Italia”.

Per concludere… svelaci qual è il piatto italiano che cucinano peggio all’estero? E qual è quello che riesce meglio?

Sicuramente la pasta al pomodoro. È il piatto italiano più riprodotto in assoluto, ma anche quello che sbagliano di più. Associano lo spaghetto al pomodoro a una pasta semplice da realizzare, ma in realtà la scelta degli ingredienti è fondamentale. Per quanto riguarda quello che riesce meglio, invece, non l’ho ancora trovato.