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Il lato oscuro di Hollywood: il fenomeno del “casting cieco”

Il “casting cieco” è una pratica perpetrata da anni nel mondo del cinema, eccone alcuni esempi Le recenti critiche contro la scelta di Gal Gadot come interprete di Cleopatra hanno solamente scalfito quella che è la punta di un iceberg gigantesco che caratterizza il mondo del cinema hollywoodiano. L’industria dell’intrattenimento infatti da sempre seleziona attori […]

di Staff | 17 Ottobre 2020
Gal Gadot Wonder Woman Foto: PrPhotos

Il “casting cieco” è una pratica perpetrata da anni nel mondo del cinema, eccone alcuni esempi

Le recenti critiche contro la scelta di Gal Gadot come interprete di Cleopatra hanno solamente scalfito quella che è la punta di un iceberg gigantesco che caratterizza il mondo del cinema hollywoodiano. L’industria dell’intrattenimento infatti da sempre seleziona attori bianchi per impersonare ruoli di minoranze etniche differenti. E, se nel corso del tempo l’opinione pubblica ne è rimasta indifferente, oggi – soprattutto grazie alla stagione di rinnovato attivisimo del Black Lives Matter – la questione è tornata a galla, sollevando a gran voce la necessità di uguaglianza ed equa rappresentazione per tutti, sia nella vita vera che sullo schermo.

Ma andiamo con ordine. Recentemente, il volto della bella attrice israelina è stato selezionato per impersonare Cleopatra nel nuovo film della regista Patty Jenkins, con cui Gal Gadot aveva già lavorato per Wonder Woman. All’annuncio della notizia, molti utenti si sono affrettati a sottolineare che Gadot è inadatta ad interpretare un ruolo del genere, in quanto donna israeliana bianca. Altri hanno sostenuto che un’attrice africana o nera sarebbe stata più appropriata per il ruolo. Insomma dalla confusione generale si è aperto un dibattito sulle origini della leggendaria regina d’Egitto, generando un diverbio sulle sue origini africane, dato che proveniva da una lunga linea di greci macedoni.

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Foto: AMPAS

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Hollywood Casting Cieco: un fenomeno discriminatorio lontano dall’essere cancellato

Nonostante il dibattito sul colore della carnagione di Cleopatra – spesso rappresentata con la pelle d’avorio – la questione ha sicuramente sollevato un problema ben più serio e intrinseco all’industria cinematografica statunitense: il casting cieco, ovvero la pratica di ingaggio di un attore senza considerarne l’etnia, il colore della pelle, il sesso e il genere. Le innuemerevoli Blackface, le interpretazioni offensive di asiatici e latini e la scarsa rappresentazione di persone di colore, sono tutti fenomeni che evidenziano il problema di “razza” che da sempre è in seno a Hollywood.

Numerosissimi nel corso del tempo sono stati gli episodi di casting cieco con attori molto noti. Possiamo ricordarne quattro in particolare che hanno aizzato l’opinione pubblica contro Hollywood. Dopo le critiche ricevute per aver interpretato nel 2012 Pirince Of Persia, Jake Gyllenhaal ha affermato: “Penso di aver imparato molto da quel film in quanto trascorro molto tempo cercando di essere molto riflessivo sui ruoli che scelgo e sul perché li scelgo”. Nel 2015 poi, Scarlett Johansson ha causato grande clamore quando ha accettato di interpretare una donna asiatica nel film Ghost in the Shell. Nel 2016 Leonardo Dicaprio era stato scelto per interpretare il poeta persiano Jalal ad-Din Muhammad Rumi, ma l’attore saggiamente rifiutò. Infine, Joseph Fiennes fu scelto per interpretare Michael Jackson, sollevando addirittura l’ira della figlia del Re del pop, Paris.

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Ma questo è solo un assaggio, perchè in realtà la lista continua e continua. La realtà è che se Hollywood fosse un campo di gioco paritario, potremmo discutere liberamente sul fatto che tutti i ruoli dovrebbero essere aperti a chiunque, scegliendo poi le persone realmente adatte a interpretarli. Purtroppo però, così non è. E fino a quando non cambieranno le cose, ci continuerà ad essere costernazione, soprattutto da coloro che desiderano una migliore rappresentazione.