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Sting: quando una rockstar diventa una host-star

Immagini inedite delle grandi feste di Sting nel suo enorme podere In tanti conoscono la rockstar Sting, ma in pochi sanno che l’artista è anche una host-star con il suo podere con 6 laghi, vigne e oliveti coltivati a monocoltura e secondo i principi rigorosamente bio che comprende una guest house con 6 dependance e stanze per circa 50 posti. “Una […]

di Redazione di Rumors.it | 17 Novembre 2019
Foto: Ufficio Stampa

Immagini inedite delle grandi feste di Sting nel suo enorme podere

In tanti conoscono la rockstar Sting, ma in pochi sanno che l’artista è anche una host-star con il suo podere con 6 laghi, vigne e oliveti coltivati a monocoltura e secondo i principi rigorosamente bio che comprende una guest house con 6 dependance e stanze per circa 50 posti. “Una coppia di host incredibili, piena di idee e di rispetto sia verso la natura che il prossimo, da cui tutti coloro che lavorano nel settore dell’ospitalità dovrebbero imparare” racconta Aldo Gottardo, creatore del tour operator TBA Holidays.

Un host delizioso Sting assieme alla sua compagna Trudie, che periodicamente apre le sue dimore al pubblico per eventi e feste, come ad esempio il suo anniversario di matrimonio. L’ex cantante si è sposato il 22 agosto del 1992 e da un po’ di anni festeggia ormai il suo anniversario di matrimonio nella residenza privata toscana assieme ad amici, conoscenti e qualche giornalista.

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Il party organizzato quest’anno poi è stato una doppia occasione di festa. La prima per il 27esimo anniversario di matrimonio, la seconda per il conferimento della cittadinanza onoraria data anche per il sostegno offerto da Sting agli operai della Bekaert, azienda locale in difficoltà economica.

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La festa è poi proseguita con il consueto e attesissimo mini concerto live nel quale Sting imbracciata la chitarra ha intonato Roxanne, successo con i Police, Englishman in New York e Every Breath You Take, coinvolgendo il pubblico estasiato dall’atmosfera del luogo. Circondati da vigneti, ulivi e campi gialli di fieno, ascoltando la sua musica piacevole e degustando i vini che prendono i nomi dalle sue stesse canzoni. Non si poteva veramente chiedere di più” conclude Aldo Gottardo.

Foto Ufficio Stampa