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Spike Lee difende Woody Allen ma poi ritratta: “Parole sbagliate”

Ecco la ritrattazione del regista Inversione di marcia per Spike Lee che, dopo aver difeso l’amico Woody Allen mettendo in secondo piano le accuse di molestie sessuali che gli erano state rivolte, ritratta qualche ora dopo su Twitter pronunciandosi così: “Mi scuso profondamente. Le mie parole erano sbagliate. Non tollero e non tollererò mai molestie […]

di Redazione di Rumors.it | 15 Giugno 2020
Foto: Ampas

Ecco la ritrattazione del regista

Inversione di marcia per Spike Lee che, dopo aver difeso l’amico Woody Allen mettendo in secondo piano le accuse di molestie sessuali che gli erano state rivolte, ritratta qualche ora dopo su Twitter pronunciandosi così: “Mi scuso profondamente. Le mie parole erano sbagliate. Non tollero e non tollererò mai molestie sessuali, aggressioni o violenze. Questi comportamenti provocano danni reali che non possono essere minimizzati”.

Protagonista di un’intervista al talk show della stazione radio di New York City In the Morning in occasione dell’uscita su Netflix del suo nuovo film Da 5 Bloods – Come fratelli, Spike Lee ha enfatizzato l’amicizia che lo lega al regista, peraltro anche tifoso della sua stessa squadra, affermando che “forse a meno che non abbia ucciso qualcuno, non si può eliminare una persona come se non fosse mai esistita”. Parole, quelle di Lee, di profondo rispetto per il regista Allen, di cui non si può dimenticare l’importanza nella cultura cinematografica e non  solo.

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Evidentemente, però, Spike Lee si è reso conto poco dopo, di aver completamente messo in secondo piano le accuse contro Allen di molestie sulla figlia adottiva Dylan Farrow quando aveva 7 anni, o forse di averle minimizzate. Ed è per questo che qualche ora dopo chiarisce e quasi ritratta su Twitter quanto detto in precendenza, con parole che questa volta non lasciano spazio a molti dubbi.

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E’ anche vero, però, che Woody ha ripetutamente negato tutto e che, a seguito delle indagini della polizia negli anni ’90, non è mai stato incriminato. Quel che è certo, tuttavia, è che queste accuse rappresentano una macchia che è rimasta sul regista e che è visibile, per fare un esempio, nel reiterato rifiuto di molti editori di pubblicare il suo libro di memorie “A proposito di niente”, che è stato pubblicato solo pochi mesi fa.