L’attrice difende l’ex fidanzato su Instagram
Asia Argento si batte in difesa di Fabrizio Corona su Instagram, dove chiede ai suoi fan di unirsi a lei in una lotta mediatica in aiuto dell’ex fidanzato che, secondo lei, dopo aver pagato per i suoi errori, ora ha diritto alla giustizia. In seguito alla fine della loro relazione, i due hanno mantenuto buoni rapporti e l’attrice ha più volte ribadito di provare ancora molto affetto nei confronti del paparazzo.
“Quest’uomo non è un assassino, uno stupratore, un mafioso, uno spacciatore, un criminale. Ha sicuramente fatto un sacco di cazzate nella vita, ma ora, a 46 anni, nonostante ne abbia già passati più di 6 in carcere, è un cittadino reinserito, che lavora e dà da lavorare, che paga le tasse, è un padre, un figlio, un fratello ed un amico che si rende conto dei suoi errori per i quali ha chiesto scusa ad un giudice, davanti a tutti”, scrive l’Argento nella descrizione del suo post. “Fare di Corona un caso esemplare solo perché è un personaggio pubblico è una roba da medioevo. Ma l’Italia non è un paese di lobotomizzati. Per questo io oggi io grido con voi: GIUSTIZIA PER FABRIZIO!” continua l’attrice.
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Il casus belli della questione è stata la scelta del Tribunale di Sorveglianza di Milano di rispedire Corona in carcere dopo avergli revocato i domiciliari. Il paparazzo non ha preso bene la decisione. Dopo essere venuto a conoscenza della notizia, infatti, si è ferito al braccio e ha pubblicato foto e video sui social in cui si è mostrato con il viso insanguinato. “Adesso vi faccio vedere come si combatte l’ingiustizia. Pronto a dare la mia vita in questo paese ingiusto”, ha aggiunto nelle sue stories.
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Asia Argento e Corona: l’attrice si batte per l’ex fidanzato
La polizia è subito corsa a casa dell’uomo per portarlo in ospedale. In alcuni video, pubblicati sempre dallo stesso Corona sul suo profilo Instagram, si vede lui che accusa, spintona e urla contro i poliziotti, per poi finire a terra immobilizzato dagli agenti. In serata Corona è stato ricoverato nel reparto di psichiatria dell’Ospedale Niguarda di Milano e, non appena verrà dimesso, sarà direttamente trasferito al carcere di Opera.
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