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Cesare Cremonini augura ‘Buon Viaggio’ a tutti i suoi fan

Un lungo colloquio tra vita privata e carriera con il cantautore bolognese Cesare Cremonini si racconta su Sky Tg24 in “Buon viaggio – 20 anni di Cesare Cremonini”, un colloquio, intimo e personale, tra il cantautore e il vicedirettore della testata Omar Schillaci, in onda mercoledì 18 dicembre alle 21.15: una confessione a tutto tondo […]

di Ruggero Biamonti | 18 Dicembre 2019
Foto: Ufficio Stampa Sky Tg24

Un lungo colloquio tra vita privata e carriera con il cantautore bolognese

Cesare Cremonini si racconta su Sky Tg24 in “Buon viaggio – 20 anni di Cesare Cremonini”, un colloquio, intimo e personale, tra il cantautore e il vicedirettore della testata Omar Schillaci, in onda mercoledì 18 dicembre alle 21.15: una confessione a tutto tondo dopo venti anni dalla pubblicazione del primo singolo. Il racconto delle grandi gioie ma anche dei momenti più difficili, superati grazie alla passione per la scrittura: “Riguardando tutta la mia storia, il momento cruciale, quello che mi permette di essere qua sono stati proprio quei 10 anni tra il 2000 e il 2010 in cui io mi sono messo giù e ho scritto canzoni: se il pubblico non mi premia, saranno le canzoni a promuovere me e non io loro”, ha detto il cantante.

La passione per la scrittura è nata sui banchi di scuola: “Al liceo il tema era il momento più bello di tutti, perché io ero un po’ egocentrico, un po’ maniaco della scrittura… quindi il tema era diventato il mio momento preferito. Prendevo sempre dei bellissimi voti, dei 9 o degli 8… Ero talmente pazzo da credere di fare un’opera benefica scrivendo questi temi e facendoli leggere alla mia professoressa, e per questo lasciavo sempre uno spazio di cinque o sei righe dopo i pensieri, spazi che servivano alla professoressa per poter riflettere attentamente”.

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Foto: Ufficio Stampa Sky Tg24

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Ai microfoni di Omar Schillaci il cantante ha inoltre dichiarato: “Il senso di rivalsa l’ho immagazzinato dentro di me, quando ero un bambino, quando alla prima domanda su cosa vuoi fare da grande, rispondi che vuoi fare il cantante, e mamma e papà giustamente ti danno una sberla dietro al coppino. Lì nasce il senso, anche un po’ giocoso, della rivalsa nei confronti del mondo, quando non ti viene data la “pappa pronta” e per diventare quello che sogni devi usare le armi che hai a disposizione, il tuo talento e quello che sai inventare”.

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Racconta l’amore per la musica, ma anche quello per Bologna, che quest’anno gli ha dedicato le luminarie natalizie con le parole della sua “Nessuno vuole essere Robin”. Proprio il personaggio di Robin è quello in cui Cremonini si rispecchia: “Quando mi guardo allo specchio, vedo Robin, ma anche Fantozzi e Paolo Villaggio. A volte mi vedo molto buffo, mia madre mi diceva che non ero bello e non sarei stato mai bello, però potevo essere buffo. Le canzoni hanno il potere di darti dei vestiti nuovi e di trasformarti in un super eroe, soprattutto sul palco. Allora chi può sognare di diventare, almeno per cinque minuti, un eroe, se non proprio Robin?”.