In piazza Duomo a Milano flashmob degli artisti italiani
La musica non è solo entertainment, produce cultura, lavoro e quindi economia. Purtroppo è facile dimenticare le figure che lavorano nel backstage, ma ogni concerto mette in moto complessi meccanismi cui partecipano staff molto numerosi – senza i quali gli eventi non sarebbero possibili. E a giovarne sono in tanti: dai caselli autostradali a ristoratori e albergatori, spiega Levante sul suo account Instagram.
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Flashmob reale e social dei cantanti perchè la politica non dimentichi la musica
“Tuttavia in questi giorni sono in corso gli Stati Generali dell’Economia. Ancora una volta #senzamusica”, usando l’hashtag attraverso cui si è raccolta la campagna social. Quello che i grandi personaggi chiedono è più attenzione istituzionale, non tanto per se stessi (che non gravano nella miseria assoluta considerati i grandi cachet che ricevono), ma per i loro collaboratori. “I nostri lavoratori meritano la dignità dei lavoratori degli altri settori, la nostra attività genera un valore economico e culturale che deve trovare finalmente un riconoscimento da parte del Governo”, aveva detto la cantante siciliana in un post della scorsa settimana.
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Ma ancora una volta sono in discussione gli emendamenti al Decreto Rilancio alla Camera dei Deputati senza includere la musica. Allora tutti in piazza, in silenzio. Hanno presenziato molti famosi cantautori italiani: tra cui Lodo Guenzi de Lo Stato Sociale, Cosmo, Diodato – ultimo vincitore di Sanremo 2020, Manuel Agnelli che a breve parteciperà come giudice alla nuova edizione di XFactor Italia. Indossavano abiti neri, a lutto per la situazione che quest’arte sta attraversando.
Il fondatore degli Afterhours, Agnelli, ha parlato ai microfoni di Sky TG24 dicendo che “il mondo della musica [va] riformato a 360° dal punto di vista legislativo e burocratico”, consapevole che si tratta di un “percorso lungo e complesso”. Brunori Sas altro partecipante del flashmob ha detto: “Non potremmo fare ciò che facciamo se non ci fossero dietro tutti quelli che sono dietro di noi. Sembrano cose ovvie per chi è del settore, ma chi non lo è aveva bisogno di saperlo.”